lunedì 26 maggio 2014

Viaggio a Ixtlan di C. Castaneda

La storia famosissima dell'apprendistato di Carlos Castaneda sotto la guida dell'indiano Yaqui don Juan Matus è narrata in una serie di libri che a partire dal 1968, l'anno di pubblicazione del primo libro “A scuola dallo stregone” arriva fino alla fine degli anni novanta. In questi libri vengono descritte tecniche, narrati dei racconti dove i principali protagonisti sono appunto Castaneda e don Juan ma anche altri personaggi come don Genaro, la Gorda, ecc. Si trovano anche molte perle di saggezza, episodi bizzarri e a volte incomprensibili, aneddoti comici. Tutto questo fa di questi libri delle letture avvincenti e ricche di insegnamenti interiori. Don Juan apparteneva ad un lignaggio di sciamani toltechi, era un Nagual (termine che può riferirsi ad uno sciamano ma anche, in contrapposizione a Tonal, a tutto l'universo imperscrutabile e non accessibile con la percezione ordinaria). Don Juan sceglie astutamente, in una stazione di autobus, il suo principale allievo, Carlos, per farne un futuro Nagual. L'apprendistato dura una decina d'anni e Castaneda è costretto ad abbandonare l'idea di essere un antropologo, nel senso accademico del termine, per accorgersi di essere entrato in un mondo molto più interessante e meraviglioso. Viaggio a Ixtlan è il terzo libro della serie e secondo il mio parere forse uno dei più belli di tutti. Vengono qui abbandonati i resoconti delle esperienze fatte da Castaneda con le droghe naturali che troviamo nei due libri precedenti e il racconto diventa più ricco di insegnamenti utili.
All'inizio don Juan spiega che il mondo, la realtà che percepiamo è solo una descrizione più o meno collettiva che ci è stata programmata dopo la nascita (vedi anche l'articolo: I quattro accordi). Don Juan invita Castaneda con molte tecniche e insegnamenti a “fermare il mondo”, ovvero sospendere la normale percezione della realtà per vedere realmente l'universo che ci circonda. Castaneda imparerà successivamente a “Vedere”, gli esseri umani appariranno per esempio come uova luminose, e molti filamenti di energia collegheranno molte uova luminose, le une alle altre. Un altro insegnamento descritto è quello di cancellare la propria storia personale, abbandonare i ricordi e il passato e contemporaneamente creare un alone di anonimato di se stessi. Questo ci rende imprevedibili, non scontati, e i pensieri degli altri non plasmano la nostra identità. Altro insegnamento è quello di smantellare la propria importanza personale. Le persone in genere si prendono troppo sul serio e si infiammano per le più piccole provocazioni. Don Juan insegna a Castaneda a parlare con le piante (dove per l'universo l'uomo e le piante sono sullo stesso piano). Insegna ancora a considerare la morte come un consigliere. La morte è sempre lì, dietro di noi, e finché non ci “tocca” tutto va bene, ma le persone comuni non ne sono consapevoli e pensando di essere immortali vivono procastinando, ammazzando il tempo, lamentandosi e vivendo esistenze mediocri. La morte ci consiglia e ci fa capire che abbiamo poco tempo, che la vita va vissuta con pienezza cercando di fare cose straordinarie, indulgere nelle lamentele e nelle accuse verso gli altri non è più permesso. Il vecchio adagio che si recitava nei monasteri “Ricordati che devi morire” è azzeccato, i monaci lo avevano capito. Ricordarci che la nostra morte è sempre in agguato in qualsiasi momento ci fa in realtà vivere una vita piena e straordinaria e ad amare la vita stessa, non c'è tempo per l'indulgenza. Le persone comuni in realtà non amano la loro vita, è un paradosso certo, ma vi sembra che una persona che beve, fuma, si droga, trascuri la propria salute, ma anche che faccia azioni spericolate (sport estremi per esempio) ami la sua vita? Sono in realtà persone che pensano di essere immortali, quindi inconsapevoli. Un guerriero, oltre a tutto il resto, è cauto, non dà opportunità al destino di avere la meglio. Nel libro viene anche descritto il Sognare ovvero il sogno lucido e consapevole e alcuni metodi per indurlo. Il Sognare ci rende consci dell'altro mondo e ci porta a visitare luoghi che fisicamente non potremmo visitare ed anche incontare esseri inorganici più o meno amichevoli. Troviamo anche tecniche più o meno interessanti come modi di camminare, la marcia di potere, come eliminare il dialogo interno camminando, osservare ombre e pietre, trovare dei luoghi di potere, ecc. I libri di castaneda sono stati un clamoroso successo in passato ma lo sono ancora oggi perché rivelano un mondo parallelo al nostro molto più interessante e meraviglioso.
Molti hanno criticato l'autore accusandolo di essersi inventato tutto e che la figura di don Juan Matus non sia mai esistita. A mio parere creare dal niente (Castaneda era un semplice studente che veniva dal Perù) un universo simile comporta di essere più che un genio, bisognerebbe studiare centinaia di libri e mettere insieme tutte le conoscenze infarcendole con allegorie, renderle originali, creare racconti, la qual cosa mi sembra molto improbabile. Ma questa è un'altra storia. Un suggerimento: per chi vuole intraprendere la lettura dei libri di Castaneda sarebbe meglio leggerli in ordine cronologico, perché in un certo senso sono consecutivi uno all'altro.
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