sabato 27 dicembre 2014

La fisica del successo di Natalie Reid

La realtà è un'illusione! Che implicazioni ha questa affermazione sulla nostra vita quotidiana? Che il mondo che vediamo sia illusorio, non sia reale, oramai è un dato di fatto assoluto, una verità dimostrata anche scientificamente. Antiche culture lo hanno sempre saputo. Nella cultura indiana la realtà illusoria, quella in cui viviamo è chiamata “Maya”, nella cultura tolteca viene definita “Mitote”, tanto per citarne alcune. Nei nostri tempi, dove il “virtuale” è un qualcosa di cui abbiamo a che fare quotidianamente (basta pensare al computer, a internet, ai video games, ecc.), si parla molto di matrix, la matrice. L'influenza è senz'altro stata data anche grazie al film omonimo, il bellissimo film dove in un futuro dominato da macchine l'uomo vive in una realtà illusoria, in un sogno, la matrice appunto. Il film tra l'altro è ricco di spunti filosofici ed esoterici, i nomi stessi dei protagonisti per esempio, o i messaggi subliminali che si vedono in alcune immagini, e aldilà della storia in se stessa, tipicamente fantascientifica, i messaggi per farci pensare sono molti. Viviamo in una matrice, una realtà virtuale. Prima dicevo che anche la scienza è giunta alla medesima conclusione, e non parlo di scienza degli ultimi anni, ma leggi scientifiche che ormai hanno un secolo di vita. Fisica quantistica. Il succo di questa scienza dice che nulla è reale fino a quando noi non lo osserviamo. Se nessuna coscienza osserva un oggetto questo esiste solo come probabilità. In tempi più recenti anche le teorie degli universi multipli hanno preso piede e non solo. La fisica di Bohm ha dato un ulteriore scossone a tutti quei scienziati che hanno mantenuto un ideale più deterministico, più classico diciamo. Infatti queste novità scientifiche sono dure da digerire proprio perché implicano anche una serie di dilemmi e paradossi di difficile soluzione. Ma ti ricordo che queste nuove leggi scientifiche hanno avuto comunque tutta una serie di sperimentazioni pratiche che hanno convalidato le teorie, per cui non stiamo parlando di mera teoria speculativa. Ma torniamo a noi. Quanto vale l'assunto che il mondo sia illusorio per la mia vita e quotidianità? Cosa me ne faccio di questa verità? Se vado a sbattere contro un muro non mi sembra irreale, lo sento benissimo che fa male, e allora? E allora, ripeto, che cosa me ne faccio di queste teorie? Bene, ecco come posso usarle. Se sono convinto che la realtà è illusione, e abbiamo visto che le tradizioni esoteriche lo hanno sempre detto e ultimamente anche la scienza lo dice (per cui soddisfo sia la mente intuitiva, creativa, sia la mente logica e razionale), allora io posso modificare tale realtà. Se la realtà in cui vivo non è reale ma semplice illusione, o si può definirla anche virtuale, allora io ho il potere di modificarla a mio piacimento. Attenzione, il fatto che la realtà sia illusoria, virtuale non significa che non esiste ma significa che semplicemente è modificabile. Alla fin fine l'unico aspetto di noi che veramente esiste è la coscienza, tutto il resto è virtualità, illusione, è la matrix. Questo libro è una lettura scorrevole, nel quale si possono cogliere due aspetti collegati ma distinti: un aspetto riguarda le spiegazioni e i dati scientifici della fisica quantistica, e l'altro aspetto è un insieme di nozioni di psicologia, tecniche comportamentali e meditazione, queste sono sintetizzate in un metodo in cinque passi ben spiegato e corredato da esercizi. L'autrice ribadisce più volte che non è necessario capire la fisica quantistica per mettere in pratica le tecniche descritte nel libro. I dati e le leggi scientifiche servono se non altro per quelle menti tipicamente razionali che non riescono ancora ad afferrare e capire l'aspetto creativo e apparentemente illogico dell'universo. Comunque tali spiegazioni scientifiche risultano comprensibili anche per chi è digiuno di fisica e materie scientifiche. Si parla della doppia natura delle particelle (materia e onda), di collasso d'onda, delle leggi di Heinsenberg, di Bell, degli studi di Schrödinger (e del suo famoso gatto), e per finire si arriva a parlare della possibilità degli universi multipli e si percepisce anche un concetto che si avvicina molto alla filosofia del solipsismo (“la credenza secondo cui tutto quello che l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza” da Wikipedia). Il metodo proposto non dice molto di nuovo per uno che è addentro a tali sistemi di miglioramento personale. Gira e rigira le cose sono sempre quelle, magari esposte in modi diversi, ma le stesse regole si possono trovare anche in altri sistemi (mi viene in mente la pnl per esempio). Il primo dei cinque passi, tanto per dire, parla dell'assunzione della propria responsabilità, cosa detta e ribadita da molti, semplice da capire ma però alquanto difficile da mettere in pratica per molte persone (e chi non lo mette in pratica di solito si lamenta, accusa e incolpa gli altri, critica, ecc.). Si trovano poi storie ed esperienze di persone che hanno messo in pratica tale metodo e i risultati da loro ottenuti. Rimane il fatto che sia una lettura illuminante per chi magari non sa molto di queste cose, e anche per chi ne sa, la lettura, a mio avviso, rimane piacevole e scorrevole. Conferma molte cose e ne chiarisce altre. La parte scientifica è una carellata con spiegazioni chiare, semplici ma nello stesso tempo sufficientemente piene di contenuto. Un libro non eccezionale ma che merita la lettura.
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venerdì 19 dicembre 2014

I maestri raccontano di Osho

Ogni epoca ha avuto i suoi maestri, i suoi profeti ed illuminati. E guarda caso quasi tutti sono stati condannati, criticati, giudicati. Sembra proprio che l'uomo, quando è allo stadio appena al di sopra della bestia, non sappia far altro che sprecare le proprie forze ed energie per giudicare, e questo perché ama mantenere lo status quo, la stasi, l'immobilità. Essere un conservatore piace a questo essere che ha molto di umano e poco di divino. Ma mi correggo, il divino c'è eccome, (anche se abbiamo a che fare con il più crudele criminale senza cuore che esista), ma questa parte divina non si vede, è soffocata sotto quintali di “cose terrene” effimere e temporanee. Allora quando all'uomo piace mantenere le cose come stanno, l'immobilità, il non cambiamento, è perché magari ha raggiunto un suo equilibrio. Ha una casa, sudata con fatica, dei beni, ha una famiglia, ma non solo, ha delle credenze, delle idee sulla vita e sul mondo, di solito idee molto discutibili. E se arriva qualcuno a mettere in discussione tutte queste cose? Ecco che il nostro misero essere umano si “caca nelle braghe”, ha paura. Se la fa letteralmente addosso. E così se la prende con questo maestro che non è altro che lì per aiutarlo. Ma questo maestro dice delle cose pericolose. Gli dice che tutte quelle cose a cui tiene il nostro povero uomo sono solo illusioni, sono temporanee, anche le cose in cui crede sono un nulla. Non è che sono cose inutili in questa vita, ci mancherebbe, ma non sono fondamentali. E poi l'universo è un continuo mutare, il divino e l'esperienza del divino sono una continua trasformazione, altro che immobilità. E allora ecco che il nostro miserabile (continuo a cambiare aggettivo, vediamo!), dato il suo cuore sa molto bene che tutte queste parole sono vere, non le vuole sentire con la testa. No, no... Allora cascherebbe tutto. Il teatrino delle marionette casca giù e rivela proprio quello che è in realtà: un teatrino. Cosa fare? Il meschino se la prende col maestro. In epoche buie lo fa fuori senza tanto pensarci, in epoche magari un pochino più “democratiche” lo denigra. “Ci saranno delle cose che fa questo maestro che sono criticabili, attacchiamolo lì! Giudichiamolo e facciamo sapere al mondo intero che razza di personaggio è”. E questo è più o meno quello che è capitato a Osho, maestro molto criticato, addirittura tacciato da alcuni come un demone. Ma cosa mai faceva? Parlava liberamente di sesso. Finalmente un maestro che parla di sesso senza farsi dei problemi, io dico. Possedeva una collezione di Rolls Royce (un centinaio). Quando qualche milionario voleva regalare qualche cosa a Osho gli regalava una RR. E qui uno non preparato potrebbe dire: “Ecco vedi, anche lui amava il lusso, fare il figo con la macchina, e poi non una, ma cento addirittura. Non poteva dare quei soldi ai poveri?”. E perché? Tu hai dato dei soldi ai poveri? E se sì perché giudichi? Ma la spiegazione vera sta nel capire che quando trascendi il mondo, il materiale, è lo stesso se sei ricco o povero. È uguale. Non ha importanza vivere nel lusso o vivere in una grotta senza nulla. È una scelta. Non ha ripercussioni sul tuo stato spirituale. Quando sei illuminato, risvegliato, puoi scegliere come vivere, e questo non ha importanza. E poi un povero non può diventare ricco per un tuo intervento, non lo sarà mai, a meno che egli stesso non cambi il suo stato interiore di povertà (e a meno che il fatto di essere povero non sia una scelta consapevole e matura, ovvio). Attenzione, non sto affermando che non va bene fare beneficenza, aiutare in denaro chi è in difficoltà o fare dei doni, no, non sto dicendo questo, dico solo che chi veramente trae beneficio da questo scambio non è colui che riceve ma colui che da, e non parlo di un insignificante sollievo di coscienza, è più che altro una ragione energetica. Osho questo lo sapeva benissimo. Interrogato una volta sulla sua collezione di macchine, ha detto pressapoco queste cose e ha aggiunto anche che quel suo atteggiamento fungeva da filtro, molte persone che non avrebbero capito non sarebbero andate da lui, aveva fatto una specie di “spremitura”. E questo vale anche per i bellissimi orologi che era uso portare ai polsi. Stiamo sempre a giudicare ma l'atto del giudizio è sbagliato a priori poiché non conosciamo tutte le sfumature della vita, dei pensieri delle persone. A chi ha letto almeno qualche libro di Osho non passa neanche per la mente di giudicarlo, era risvegliato e basta! Non si può non apprezzare la profonda verità, saggezza, franchezza e autenticità che sprigiona dalle pagine delle sue opere che, per chi non lo sapesse non sono libri scritti di suo pugno ma trascrizioni dei discorsi che teneva ai suoi discepoli su svariati argomenti. Non si può non apprezzare anche la cultura di questa figura carismatica. Le cose le sapeva eccome. In questo libro sono raccolte delle parabole, delle storielle che provengono dalla saggezza hindu, sufi, tao e zen. Sono storie brevi, spesso simpatiche e piene di humor, accompagnate dalla spiegazione del maestro stesso che approfondisce e spiega quello che la storia stessa ha da dire. Alla fine del libro vi sono due racconti di gioventù di Osho stesso e il resoconto della giornata della sua illuminazione ricevuta, se si può usare tale termine, a 21 anni. Un libro di saggezza da leggere, meditare e soprattutto cercare di mettere in pratica.
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lunedì 15 dicembre 2014

Il digiuno per la propria salute di Nicole Boudreau

Siamo tutti d'accordo che la priorità, la cosa più importante di questa nostra vita sia la salute. Quante volte avrai sentito la frase: “...l'importante è che ci sia la salute”. Tutto il resto rimane in secondo piano. La cosa più importante è la salute, poi viene il buon cibo, il sesso, le vacanze, i divertimenti, i soldi... In realtà non risulta molto vera questa frase. Non si può mettere sulla stessa bilancia la salute e una relazione sentimentale per esempio, oppure la salute con l'affetto dei propri cari. È più importante il tuo braccio destro o la tua gamba sinistra? Ovviamente tutte e due. E così non possiamo mettere la salute al primo posto e trascurare gli affetti, i soldi, il sesso, il buon cibo, ecc. Sono tutte cose importanti, tutte sono sullo stesso piano, abbiamo il diritto di godere di tutte queste cose e se qualcuna ci manca? Beh, la responsabilità è solo nostra. Ora vorrei parlare proprio della salute (dopo averti fatto notare che non è più importante di altre cose ma più o meno sullo stesso livello). Se non siamo in salute la colpa non è del medico che non sa curarci, neanche della medicina che non ha tutte le risposte, e nemmeno dell'aria e dei cibi inquinati. La responsabilità è solo nostra. La salute si guadagna giorno per giorno, e ci si sforza (solo all'inizio, poi lo sforzo scompare) quotidianamente per mantenerla. La medicina moderna non può avere tutte le risposte. Nel passato non esisteva l'attuale medicina eppure la gente guariva o moriva, più o meno come avviene ora. Questo succede anche attualmente fra quei popoli che adottano, per esempio, la medicina sciamanica come strumento per guarire. Anche qui successi e fallimenti. Allora da che cosa dipende? La medicina è solo un mezzo, nulla di più. Può funzionare oppure no. Il segreto dove sta? Beh, il segreto siamo noi. Credo fermamente che il segreto sia racchiuso dentro di noi, ovvero nella nostra mente e in quello che crediamo interiormente. Tanto per affermare qualche cosa di estremo: dato che siamo cresciuti in una civiltà dove l'aspettativa di vita sia più o meno di 75, 80 anni è normale che appena arriviamo a quell'età accettiamo di morire. Se fossimo cresciuti in una civiltà dove la vita fosse di 200, 300 anni probabilmente arriveremmo a quell'età. È un esempio estremo ma molto valido. Arrivati ad una certa età sappiamo di dover morire prima o poi, e così facciamo. Il grosso guaio che ci riguarda (mi riferisco a tutti noi esseri umani che viviamo in questi tempi) rimane comunque il fatto che ci laviamo le mani su molte cose. Non ci assumiamo la responsabilità di noi stessi, della nostra salute, della nostra vita, non mettiamo in discussione nulla, accettiamo quello che ci è imposto alla nascita, e naturalmente moriamo e ci ammaliamo perché così è. Invece non è vero! Io metto in discussione quasi tutto. In passato qualcuno mi ha detto che ci sono gli alieni, beh, potevo pensare che erano tutte stupidaggini, o potevo non interessarmi a questo argomento (come ho fatto per molti anni), ma invece ad una certa età mi sono documentato a destra e a manca e mi sono dato delle risposte. Questo è solo un esempio che vale anche per la salute e la malattia, per il cibo e il digiuno, ecc. ecc. Il segreto rimane uno solo: metti in discussione tutto quello che ti dicono, (anche quello che leggi qui naturalmente). Parliamo di salute e precisamente di digiuno. Eh sì, perché le due cose sono molto legate fra loro. Alcuni autori sostengono che il cibo sia un optional per i nostri corpi, ora dico due cose: prima di bollare questa idea come inverosimile magari documentati, cioè metti in discussione il fatto che sia veramente necessario alimentarsi per vivere, e poi questo sarà un argomento che tratterrò in articoli futuri (per cui rimani in contatto se sei interessato). Torniamo a noi. Come raggiungere la salute con il digiuno. Questo libro è interessante perché tratta l'argomento dal punto di vista razionale e causalistico. Mentre siamo a digiuno il nostro organismo ha il tempo di smantellare tutti quei raggruppamenti di cellule e di molecole che in verità non ci servono per la nostra esistenza. Queste cellule, molecole, tessuti, ecc. sono responsabili dei nostri guai, soprattutto quelli cronici (ed infatti è proprio nella malattia cronica che la medicina ufficiale è fallace). Questo processo interessante è chiamato autolisi. Il nostro organismo, nella sua saggezza, comincia a “bruciare” ed eliminare questi conglomerati inutili che sono la vera causa delle nostre malattie (e queste sostanze contengono tossine, metalli pesanti, parassiti, ecc.). Mentre ci alimentiamo tutto questo smaltimento non avviene poiché il corpo è troppo occupato a digerire ed assimilare le sostanze nutritive, avviene, diciamo così, un pochino durante il sonno notturno dove vi è un piccolo periodo di digiuno quotidiano. Ma purtroppo questo nella maggioranza dei casi è insufficiente. Il digiuno risulta essere la tecnica più veloce, a buon mercato (anzi, si guadagna risparmiando sul cibo) ed efficace che esista. Ma purtroppo richiede anche una certa dose di volontà. Non è da tutti praticare un digiuno, che per essere efficace deve svolgersi per svariati giorni. Siamo troppo legati al cibo, troppo occupati a sollazzare le nostre papille gustative, a provare orgasmi gustando cibi strani e saporiti. È la cultura dei nostri tempi (basti vedere quanti programmi televisivi hanno come argomento l'alimentazione). E poi c'è la credenza che il cibo ci aiuta a vivere sani, a sostenerci, si mangia quando si è ammalati (e dovrebbe essere il contrario, basta osservare gli animali o i bambini piccoli che rifiutano il cibo in questi casi), insomma ci è tutto contro. Sono tutte credenze, allora mettiamole finalmente in discussione! Il libro è una piacevole carellata di storie personali, mai noiose, e di molti paragrafi interessanti su domande che possono sorgere a chi pratica un digiuno. Molti gli esempi di guarigioni che si possono ottenere con questa metodologia, ci si libera perfino da vizi quali l'assunzione di cibi nocivi, l'eccesso dei cibi stessi e il consumo di alcolici e fumo. È necessario associare al digiuno anche il riposo assoluto poiché tutte le nostre energie devono essere indirizzate agli organi interni e non ai nostri muscoli. Non viene trattato l'aspetto spirituale del digiuno stesso, appena appena accennato, ma questo non è lo scopo dell'autrice. Una lettura interessante che invoglia ad intraprendere questa tecnica antica, economica ed efficace. Naturalmente bisogna essere in salute e se si hanno problemi gravi sarebbe meglio essere monitorati da degli esperti, (esistono infatti, anche in Italia, delle cliniche del digiuno). Chiudo suggerendoti magari il digiuno di un giorno la settimana, cosa ne dici? Oppure, in questo giorno, l'assunzione di qualche frullato di frutta fresca bio e basta. Anche questo aiuta. Buon digiuno!
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sabato 6 dicembre 2014

Il potere del cervello quantico di Italo Pentimalli e J. L. Marshall

Ti è mai capitato di affermare una cosa e di sentire una discordanza o un'incongruenza? Di solito questa sensazione si presenta con una risposta fisica, lo stomaco che si contrae, un brivido lungo la colonna oppure anche una sorta di voce interiore che nega in qualche modo l'affermazione o il pensiero che abbiamo creduto essere nostro. Se durante la nostra vita siamo stati dei buoni osservatori della nostra fisiologia non possiamo non aver notato queste risposte che in qualche maniera negano quello che abbiamo detto o pensato in maniera consapevole. Semplicemente i nostri pensieri volitivi non sono allineati alla nostra intelligenza corporea o alla nostra mente subconscia. Il subconscio appena sente questa cosa è come se dicesse: “Ehi, ma questo non è vero. Che cosa stai dicendo?”, e subito manda un segnale, fa contrarre qualche muscolo, oppure è come se ci parlasse all'orecchio. E così noi ci sentiamo fuori centratura, disallineati. Vorremmo credere a qualcosa ma in realtà crediamo all'esatto opposto, e questo opposto non è poi molto vantaggioso per noi. Jung diceva più o meno: “Rendi conscio il tuo subconscio altrimenti dominerà la tua vita e tu lo chiamerai destino”, che citazione illuminante. È da diverso tempo che mi occupo di studiare la mente umana, è un argomento che mi appassiona e devo dire che alla luce delle nuove teorie ho scoperto una delle strade più semplici, pratiche ed efficaci per cambiare in meglio la nostra vita, ottenere dei risultati tangibili e, perché no, soddisfare i nostri desideri. La cosa interessante è che questo tipo di studio (mi riferisco a quella che potremmo chiamare nuova psicologia) è fondamentalmente pragmatico, cioè lo scopo è quello di poterlo utilizzare tutti, non c'è nulla di complicato, basta avere un minimo di buona volontà e capire qualche metodo, tecnologia o tecnica. Chi mi conosce per esempio sa che non sono un credulone o un visionario ma sono una persona con una base razionale e logica. Se studio e metto in pratica per esempio Ho'oponopono devo capire perché funziona. Certo ci vuole anche una certa dose di fede, chiamiamola così, ma io so perché Ho'oponopono funziona, anche da un punto di vista razionale e logico. Ci credo razionalmente (perché ho capito il meccanismo “scientifico” della sua efficacia) e ci credo anche per un atto di fede (semplicemente mi affido al fatto che il metodo funziona senza giudizi di sorta). Certo non c'è bisogno di darsi delle spiegazioni razionali, il metodo funziona lo stesso, ma per una mente come la mia (che ha una base logica), può essere d'aiuto sapere anche il perché funziona. Bene arrivo al libro in questione. Fra tutte le letture che ho fatto questo libro è l'unico che spiega in maniera scientifica e logica il funzionamento della nostra mente e le ultime scoperte della fisica, e soprattutto lo fa in maniera chiara, completa ed accessibile a tutti. Questo devo ammettere è il suo maggior pregio. Due capitoli dedicati proprio al funzionamento della mente e alla sua programmazione, cioè a come ci sono entrate nel cervello certe credenze durante tutta la nostra vita e al fatto che queste credenze ci “controllino” continuamente. Moltissime ci sono utili sennò non potremmo vivere, per esempio la credenza che il fuoco brucia è una bellissima credenza con un indice di verità quasi assoluto. Altre credenze hanno un indice di verità abbastanza relativo, per esempio le credenze dovute alla cultura dove siamo cresciuti, alla religione, le credenze politiche e via discorrendo. Altre credenze di origine personale sono ancora più nocive ed inutili, se per esempio ho la credenza che le persone dell'altro sesso siano tutte inaffidabili difficilmente potrò vivere una storia sentimentale appagante. Gli autori indicano quattro fonti di programmazione del cervello, la cultura, i media, gli altri e se stessi. Un successivo capitolo è dedicato alla scienza dell'impossibile. Qui ho trovato delle spiegazioni sulla nuova fisica veramente descritte in maniera ottima, spiegazioni adatte anche per chi di fisica non capisce un tubo. Questo capitolo serve fondamentalmente per farci afferrare l'idea che il nostro cervello, o meglio i nostri pensieri influenzano la realtà. Come questo avviene è spiegato chiaramente nel libro, e non si può non capire. Certo che queste cose non sono nuove. Maestri, religioni, filosofie del passato e del presente lo hanno sempre detto. Mancava però l'appoggio scientifico che oramai noi abbiamo la fortuna di avere. Il cuore del libro però sta tutto nell'ultimo capitolo che spiega un metodo, messo a punto dai due autori, che serve a riprogrammare il cervello a nostro vantaggio. Questo metodo è suddiviso in sette passi, è molto semplice e chiaro (non lo descrivo per correttezza) e a mio avviso, come affermano gli autori e chi l'ha già sperimentato, molto efficace. L'unica pecca è probabilmente dovuta al modo di sostituire le nuove credenze ottimizzanti, al posto di quelle vecchie e limitanti che avevamo, modo dicevo basato sulla ripetizione. Questo metodo richiede, come affermano anche gli stessi autori e come dice la parola stessa, una continua ripetizione, per cui un certo tempo più o meno lungo. Vi sono altri metodi che cambiano le credenze in maniera più veloce, per esempio l'Eft, o meglio ancora Psych-K®. Quest'ultima tecnica cambia la credenza in una sola seduta e rimane il sistema, fra quelli che conosco, più efficace e veloce di tutti, però, data la procedura un pochino elaborata, richiede l'aiuto di un facilitatore. Nulla toglie però al metodo “Potere del cervello quantico” il fatto che sia un sistema interessante, utile e semplice da mettere in pratica, e l'insieme dei passi offre, fra cose che gli addetti ai lavori sanno già, anche qualche spunto e novità. Un libro che consiglio vivamente e che ho trovato molto interessante che ha confermato molte cose che già conoscevo ma mi ha regalato anche diverse importanti novità. Chiudo dandoti un suggerimento: Italo, uno dei due autori, è il fondatore del sito Piuchepuoi, un sito ricco di materiale formativo. Iscriviti alla newsletter poiché riceverai periodicamente delle offerte e degli sconti, a volte anche interessanti, per dei prodotti molto utili creati da persone molto ben preparate.
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domenica 30 novembre 2014

Il coraggio di diventare ricchi di Peter Borgman

Occorre una buona dose di coraggio per vivere una buona vita. Senza questo probabilmente non riusciremmo neanche ad alzarci la mattina. Ma ne serve un quantitativo maggiore se vogliamo apportare dei significativi cambiamenti nella nostra esistenza. Il cambiamento richiede coraggio proprio perché nello status quo, nel cosiddetto stato di comfort, tutto si è automatizzato, tutto è divenuto abitudine, succede e basta. Non siamo neanche presenti poiché non abbiamo bisogno di essere consapevoli mentre facciamo le stesse cose che abbiamo fatto ieri e i giorni precedenti. Possiamo focalizzare la mente sul passato, o sul futuro, e così il presente se ne fugge, e poi ci chiediamo dove se ne è andato il tempo. Se invece ci concentriamo sul cambiamento viviamo nel presente, siamo vivi e ci godiamo la vita, facciamo, agiamo, pensiamo, parliamo, ecc. il tutto in maniera abbastanza consapevole. Ogni minuto ha in serbo una novità, nulla è scontato, non ci annoiamo, non viviamo come automi pre-programmati, viviamo come esseri intelligenti e, se vogliamo, spirituali. In pnl un autore, del quale ora non ricordo il nome, ha messo a punto una serie di bisogni fondamentali dell'uomo, fra questi vi è il bisogno di sicurezza, ma al secondo posto cosa c'è? Il bisogno di insicurezza, o varietà, (per la cronaca gli altri sono: il bisogno di sentirsi importanti, il bisogno di amore, il bisogno di crescita e il bisogno di contribuire). Questo significa che abbiamo sì il bisogno di essere al sicuro ma è fondamentale avere anche una certa dose di varietà, novità, ed anche, perché no, un certo numero di problemi da risolvere. Sennò sai che noia. E così il cambiamento fa parte di quel bisogno di insicurezza, ed in parte anche del bisogno di crescita. I cambiamenti ci fanno uscire dal guscio che ci siamo costruiti, ci attende all'esterno la sfida, la possibilità di vincere e riuscire ma anche la possibilità di fallire ed essere sconfitti. Ascolta bene: la vita merita anche un certo numero di fallimenti piuttosto di apatia, noia ed immobilità. E poi un elevato numero di persone di successo dicono che hanno imparato molto più dai loro fallimenti che dai loro successi. Ed allora? Dov'è il problema? Il guaio è che per attuare dei cambiamenti serve coraggio, ed il coraggio è il contrario della paura che è il vero ostacolo alla nostra evoluzione. La beffa è che quasi tutte le paure che abbiamo, che riguardano avvenimenti negativi, ce le inventiamo di sana pianta, questi fatti non esistono nel presente e quasi sicuramente non esisteranno neanche nel nostro futuro. Ed anche per diventare ricchi serve una buona dose di coraggio, se non altro per modificare tutta una serie di azioni e soprattutto pensieri che ci fanno rimanere nella mediocrità o nella povertà. Ed ora ecco un bel “pugno sul naso”. Negli ultimi anni mi sono accorto che è molto più probabile trovare fra le persone ricche, o comunque persone senza problemi di soldi, atteggiamenti quali onestà, tolleranza, generosità, apertura mentale, intelligenza, apertura di cuore, ecc. che fra le persone che tirano a campare, o persone povere. Se ci chiacchiero un pochino con queste ultime, dopo pochi minuti colgo atteggiamenti e discorsi di lamentela, giudizio, vittimismo... Dove voglio arrivare? Alla conclusione che il coraggio di diventare ricchi è anche il coraggio di cambiare se stessi, in meglio ovviamente. Questo libro è un'altra piacevole lettura adatta a tutti che nella sua semplicità rivela cose molto utili per spronarci verso una futura ricchezza. È molto ricco di citazioni di personaggi più o meno famosi e contiene all'inizio un interessante “profilo del ricco”, una trentina di domande alle quali rispondere, e l'obiettivo è quello di dare, in maniera sincera, delle risposte affermative. Se le risposte dovessero essere negative bisognerebbe lavorare sopra al settore che riguarda la domanda stessa. Anche questo autore, come oramai molti altri, si è accorto che l'importanza primaria del successo in ogni settore della nostra vita risiede nella nostra mente, e allineare il nostro subconscio con la nostra mente conscia è il lavoro fondamentale per ottenere tutto quello che ci proponiamo, altrimenti ci attende un sicuro fallimento. Un capitolo intero è dedicato a questa parte della nostra mente molto potente, il nostro subconscio appunto. Un altro capitolo è dedicato a tutte quelle cose che ostacolano la nostra riuscita: i pregiudizi, le scuse, l'ambiente, gli obblighi nei confronti degli altri e soprattutto la paura. Un successivo capitolo è dedicato al potere dell'immaginazione. Poi troviamo dei capitoli dedicati all'azione: l'importanza di avere degli obiettivi, la disciplina, l'importanza di essere dei perfezionisti, essere curiosi, saper superare ostacoli ed insuccessi, e soprattutto essere perseveranti. Insomma una piacevole lettura, certamente non all'altezza di altre su questo argomento, ma comunque un libro che mi è piaciuto leggere per convalidare cose che già sapevo e per scoprire anche qualche piccola perla, cito questa sulla perseveranza di Ray Kroc: “Persevera. Nulla al mondo può sostituire la perseveranza. Non il talento: niente è più comune di un fallito dotato di talento. Non il genio: il genio incompreso è quasi proverbiale. Non l'istruzione: il mondo è pieno di gente istruita e in miseria. Fermezza e determinazione sono onnipotenti”.
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lunedì 24 novembre 2014

Expect Miracles di Joe Vitale

Spesso quando pensiamo ai miracoli ci aspettiamo di avere a che fare con fenomeni eclatanti, grandiosi, eccezionali. In realtà i miracoli avvengono quotidianamente durante tutta la nostra esistenza. Sono anche piccole cose, o meglio, attribuiamo noi il fatto che siano piccole ma in verità sono cose magnifiche. Pensa al solo fatto di vedere. Guardi con i tuoi occhi il mondo e lo vedi di mille colori e sfumature, non è questo un miracolo? Oppure il fatto che domani avrai del buon cibo appetitoso da gustare è anche questo un miracolo. Ma soprattutto le piccole trasformazioni che notiamo in noi stessi sono dei miracoli, trasformazioni e miglioramenti che a volte vediamo anche in altre persone con le quali veniamo in contatto. A me capita spesso... L'universo probabilmente non ama essere rumoroso, non ama la spettacolarità, almeno dal mio punto di vista. Nella mia vita sono successe molte cose positive ma quasi sempre non mi sono reso conto mentre stavano succedendo, ma successivamente, confrontando la situazione raggiunta con quella precedente. Ripeto, l'universo è molto garbato, delicato e spesso agisce silenziosamente, in punta dei piedi. I miracoli avvengono, solo che spesso non ce ne rendiamo conto. I miracoli però dobbiamo in un certo senso farli avvenire. Non sono automatici, dobbiamo innescare la scintilla per poter vederli realizzarsi. E qui vorrei farti notare la grande saggezza e il grande dono che abbiamo avuto dall'universo, o dal divino, chiamalo come vuoi. La libertà assoluta di fare quello che vogliamo. Abbiamo la libertà di fare ciò che vogliamo, sempre! Libero arbitrio è chiamata questa facoltà. Abbiamo la libertà di scegliere una vita piena di gioia oppure no, una vita felice o misera, ricca o povera. Siamo noi che scegliamo, quasi sempre inconsapevolmente, ma a volte anche in maniera consapevole. Ecco il miracolo, la vita rispecchia quello che sei, né più né meno. Sento già le proteste: ma tutti vogliono scegliere una vita felice, gioiosa, ricca, in piena salute, come mai avviene il contrario? Chiacchiero con una persona e dopo cinque minuti ho già percepito un mix di lamentele, vittimismo, rabbia, rancore, frustrazione... Ecco la risposta alla domanda precedente. Come possiamo avere una vita felice e serena con simili emozioni? Il grosso guaio è che molti non si rendono conto di avere simili atteggiamenti, e se si rendono conto ci sguazzano per soddisfare dei benefici secondari. Purtroppo a scuola, a catechismo, i nostri genitori, insegnanti e maestri non ci insegnano questo, e se abbiamo la fortuna di rimboccarci le maniche e incontrare qualcuno che ci risvegli, bene, sennò arriveremo al capolinea dopo un'esistenza di miseria ed infelicità. Il bello è che il divino dentro di te ha fatto il miracolo di attrarre nella tua vita quello che volevi, se i tuoi pensieri, atteggiamenti, emozioni erano “negativi” (non mi piace usare questo termine ma è per farmi capire) allora il risultato sarà un'esistenza che rispecchierà ciò che hai provato e sentito. Il libro è intitolato, se vogliamo tradurlo, “Aspettarsi i miracoli”. Ora però vorrei chiarire un punto. In molte discipline l'aspettativa è un atteggiamento negativo e può inficiare il risultato stesso. E questo è vero. Se vogliamo essere pignoli il titolo del libro non è molto appropriato. Possiamo però distinguere fra un tipo di aspettativa basata sulla soddisfazione di desideri del nostro ego e su un diverso perseguimento di un fine, una meta, in questo caso qui seguiamo una Via, il Tao se vogliamo addentrarci in questa cultura orientale. Non vi è desiderio egoico, non vi è aspettativa ma solamente il lavoro su se stessi e il completo affidamento al volere divino. Questo non significa attendere con le mani in mano un miracolo dall'alto, ripeto, il primo passo è quello di darsi da fare. Darsi da fare senza aspettarsi nulla. Hai presente gli scultori che lavorano la sabbia? Poi il vento e l'acqua scioglie la scultura. Oppure quelli che scolpiscono il ghiaccio? Il calore poi scioglie la loro opera. Il lavoro è fine a se stesso... Il libro è meno interessante di altri libri dello stesso autore (vedi gli articoli: Zero Limits e The Key, La chiave) ma rimane comunque una piacevole e veloce lettura. È ricco di testimonianze proprie dell'autore e di altre persone, ed è un ripasso sulle tecniche già esposte nei libri precedenti. Mi riferisco a tecniche quali la LOA (Legge di Attrazione), Ho'oponopono e altre tecniche per cancellare le credenze limitanti che abbiamo nel nostro subconscio. Due capitoli sono dedicati a due argomenti che amo particolarmente, e cioè l'importanza del perdono e l'atteggiamento di gratitudine. Il segreto della gratitudine è ringraziare come se avessimo già ottenuto quello di cui abbiamo bisogno, che non è un mero desiderio egoico ma un dono incondizionato che ci aspetta di diritto, e se non lo abbiamo ancora ottenuto è solo responsabilità nostra. “Cercate piuttosto il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”.
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mercoledì 19 novembre 2014

Utilizza la tecnica Psych-K di R. M. Williams

Molti autori dei nostri tempi si sono accorti che ciò in cui crediamo è fondamentale per il successo o fallimento della nostra vita. In questi ultimi tempi si sono fatti veramente dei passi da gigante in questo senso, dobbiamo dar merito a persone d'oltreoceano come G. Braden, B. Lipton, J. Vitale, R. Williams, e molti altri. Per non parlare di tutta la struttura che riguarda le fondamenta da cui hanno preso spunto tali autori, come le antiche tradizioni esoteriche e spirituali di ogni paese e civiltà (che hanno detto sempre il giusto e il vero ma che l'unica mancanza che hanno avuto è forse quella di essere state abbastanza incomprensibili dalla maggioranza delle persone, vuoi per difetti di traduzione e vuoi per mantenere un certo margine di segretezza, per ragioni di autosalvaguardia principalmente), oppure anche altre metodologie che si sono sviluppate nell'ultima metà del secolo scorso, come le tecniche di visualizzazione, la PNL, o le ultime scoperte che riguardano la fisica quantistica. Quello in cui crediamo allora è la base di partenza per vivere una vita veramente degna di essere vissuta o vivere una vita fatta di rimpianti e rimorsi. Mi viene in mente un autore, A. Frossard, che diceva che “La spiritualità è l'ultimo dei nostri pensieri finché non diventa il primo dei nostri rimpianti”. Ed è vero. Se la tua vita non è basata su un fondamento di spiritualità, alla fine, quando si avvicina l'ultimo viaggio, il rimpianto di non aver dedicato parte della propria vita al senso spirituale dell'esistenza si fa sentire. Siamo esseri spirituali in un mondo virtuale, se la virtualità è importante in questa nostra vita, come giusto che sia, è importante sapere che questa virtualità è temporanea, finisce. Ma torniamo alle credenze. Ciò in cui credi rispecchia la tua realtà, e viceversa, la tua realtà rispecchia quello in cui credi. Un detto famoso attribuito a H. Ford è molto calzante in merito: “Che tu ci creda o no avrai comunque ragione”. Se credi per esempio che tutti gli uomini (o le donne) tradiscono allora avrai sicuramente dei partner che lo faranno. Se credi che la vita è dura e bisogna lavorare come dei muli per vivere e mangiare allora probabilmente la tua vita sarà così. Se credi che le persone ricche sono disoneste e hanno rubato per diventare tali allora sicuramente rimarrai povero perché non vuoi essere certo un disonesto e un ladro. Queste sono le credenze che spesso abbiamo, le abbiamo apprese per esperienza, oppure ci sono state insegnate dai genitori, dai maestri, da persone religiose, ecc. Possono essere credenze conscie, sappiamo ciò in cui crediamo, ma magari non ci rendiamo conto che sono false. Magari leggiamo, ci informiamo (da fonti veritiere, ovvio), e scopriamo che la nostra credenza era solamente una bufala, una leggenda metropolitana. Allora piano piano cambiamo atteggiamento, però scopriamo che non cambia molto nella nostra vita, continuano a succederci le stesse cose, la realtà non cambia di molto. Cosa significa? La nostra mente conscia è cambiata ma il nostro subconscio? La nostra mente subconscia continua a perseguire le stesse credenze che ha recepito un tempo ed è difficile fargli cambiare idea. Sono come dei programmi installati e se non conosciamo la maniera di sostituirli con dei programmi nuovi, ottimizzanti, continuano a lavorare a nostra insaputa limitandoci. La nostra mente subconscia rappresenta il 95% del totale (il rimanente 5% è ad uso della mente conscia) e lavora con una velocità di un milione di volte superiore rispetto alla mente conscia (anche se le ultime ricerche danno un numero ancora più elevato). Il guaio è che non abbiamo molto potere volitivo su questa parte della nostra mente. Come ho scritto prima il subconscio rappresenta un'enorme banca dati dove sono installati dei programmi che si sono installati in special modo durante la nostra infanzia o a seguito di esperienze con un forte impatto emotivo. Dobbiamo trovare dei metodi, delle tecniche per sostituire queste credenze limitanti dal subconscio così da permetterci di vivere finalmente la vita in assoluta libertà, altrimenti rimarremmo sempre schiavi di quei programmi debilitanti e limitanti. Una tecnica è per l'appunto Psych-K®. Messa a punto da R. Williams, e come dice lui stesso donatagli tramite una specie di visione, questo metodo serve per l'appunto a bilanciare ciò in cui crediamo consciamente, cioè far sì che diventi una verità anche per la nostra mente subconscia. Il metodo, per volere dello stesso autore, non viene divulgato tramite libri, video o altro, ma si apprende solo frequentando i corsi che si tengono oramai in molti paesi del mondo, Italia compresa. Questo non per un motivo economico ma per l'intenzione di mantenere la tecnica il più originale possibile, dato che sappiamo che molti altri metodi liberi da vincoli legali subiscono col tempo metamorfosi a volte discutibili. Un autore aggiunge questo, un altro toglie quest'altro e così si perde l'originalità del metodo. Non mi sento di discutere questa scelta che può in qualche modo limitare la diffusione di un metodo valido per cambiare la nostra vita, ma anche questa è solo una credenza.

Il libro in questione è recensito abbastanza negativamente soprattutto perché il titolo in italiano è fuorviante. Infatti nel libro si apprende tutto il sistema teorico sulle credenze ma non viene insegnato il metodo. Il titolo dell'originale americano è: “The Missing Piece Peace in your Life”, che tradotto letteralmente significa: “Il pezzo la pace perduta nella tua vita”, nessun messaggio fuorviante quindi. Allora per apprendere questo metodo ti consiglio di vedere l'elenco degli istruttori certificati sul sito ufficiale www.psych-k.com. Il libro rimane comunque un'ottima lettura per illuminarci su tutto il discorso “credenze”, su come testare con il test muscolare le credenze stesse, viene spiegata benissimo la differenza che sussiste fra le due menti e la differenza fra gli emisferi cerebrali. Viene inoltre spiegata l'influenza negativa che le credenze limitanti hanno sulla nostra vita e sulla nostra salute e come questo succede. Interessante anche il video con B. Lipton. Una lettura che consiglio senza l'aspettativa di apprendere il metodo stesso.
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martedì 11 novembre 2014

Il massaggio che trasforma di G. Saint Pierre e D. Boater

Dopo l'articolo “Reflessologia del piede” di A. Luciani torno ancora a scrivere sulla riflessologia. L'antica legge ermetica: “come in alto così in basso” non dovrebbe essere una novità per chi ha già intrapreso una qualche via di conoscenza dal sapore esoterico. Possiamo vederla anche: “come dentro così fuori”, o anche “come nel piccolo così nel grande”, e mai come nelle tecniche riflessologiche questa legge trova il suo riscontro. In una piccola zona o parte del nostro corpo troviamo riflesso l'intero corpo. Le zone sono parecchie, le orecchie, il viso, i denti, le mani, le iridi, il cuoio capelluto, perfino gli organi genitali, ma indubbiamente le zone più usate e conosciute rimangono quelle dei piedi. Non è un caso forse, i piedi sono la parte del nostro corpo che è per la maggior parte del tempo a contatto con la nostra madre terra. Vi sono diversi approcci nel massaggiare le zone riflesse sui piedi, e non solo quelle. Il metodo più conosciuto ed insegnato, per lo meno qui in occidente, è un sistema occidentalizzato, se mi si passa la parola. Ovvero, se ho un problema al fegato vado a massaggiare la zona relativa al fegato, magari aggiungendo dei massaggi che mi facilitano un lavoro di drenaggio, cioè di aiuto e di stimolazione per quegli organi deputati all'eliminazione di scorie e tossine. Magari aggiungo anche un massaggio sulla zona riflessa del sistema nervoso per rilassare ed eliminare lo stress. Questa tipologia di massaggio, tipicamente razionale, logica, adatta per la mente “quadrata” di noi occidentali non dico che non funzioni, anzi troviamo in essa molti punti a favore. Ma rimane certo un metodo, un approccio limitato, che non tiene conto di tutta una serie di “varie ed eventuali” che certamente fanno parte del nostro essere. Dove mettiamo le emozioni? E la mente? Per non parlare della parte spirituale che ci riguarda. Gli orientali sono più avanti di noi, lo sono sempre stati. Forse perché non hanno mai avuto personaggi come Cartesio, Galileo, Copernico. Questi sono stati dei grandissimi uomini geniali, non sto dicendo il contrario, ma hanno avuto però il merito, anche se a loro insaputa, di creare quel sistema scientifico tipicamente occidentale di spezzettare e schematizzare. Questo sistema, perfetto in certi frangenti, ha un grandissimo difetto o mancanza che fa parte delle leggi del sistema stesso: non tiene conto dell'indimostrabile e di quel concetto olistico, se vogliamo definirlo così, nel definire qualsiasi tipo di sistema, sia esso l'universo, l'uomo o qualunque altra cosa o fenomeno. Se di un qualcosa non riesco a dimostrarne l'esistenza semplicemente non esiste. Ma torniamo all'argomento riflessologia. I cinesi, per esempio, hanno un metodo di massaggio del piede che si chiama On Zon Su, tanto per sapere. L'autore e il libro che ho citato all'inizio, mi riferisco al libro di Luciani, ha un approccio diverso dal solito. Il punto di partenza dal quale si comincia a lavorare sono le emozioni. Utilizzando la conoscenza che mi dà la Medicina Tradizionale Cinese vado a lavorare su determinati punti riflessi con l'intenzione di sbloccare le emozioni che trovo bloccate. Ecco che in questo modo l'approccio è tipicamente emozionale e energetico. Nel libro “Il massaggio che trasforma” troviamo un approccio simile. La differenza è che l'energia che vado a sbloccare è quella che è rimasta bloccata in determinati momenti durante la nostra vita come embrioni e feti. È dunque durante i nove mesi di gestazione che possono verificarsi dei blocchi o degli ostacoli energetici, e con questo tipo di massaggio non faccio altro che liberare queste energie scatenando la forza vitale del soggetto che semplicemente innescherà un processo di autoguarigione e di crescita interiore. Il massaggio è semplicissimo, non occorre imparare nessuna tecnica o abilità. L'approccio è inconsueto per la nostra mente abituata a razionalizzare. Non ci interessa infatti avere l'intenzione o il desiderio di guarire da una determinata malattia o disturbo, anzi questo desiderio può inficiare il risultato stesso. Si dovrebbe partire con l'intenzione di massaggiare e basta, lasciando fare al potere creativo, energetico, di autoguarigione potenzialmente attivi in ognuno di noi di fare il loro lavoro naturale. Si possono risolvere problemi di vecchia data sia essi di tipo fisico che di tipo psicologico. Il metodo della tecnica metamorfica è stato messo a punto negli anni sessanta dal naturopata Robert St. John. Uno degli autori, Gaston Saint-Pierre, è stato allievo di St. John, e assieme all'allieva Debbie Boater ha scritto questo libro. Una buona parte del libro stesso è dedicata alla teoria, per un semplice motivo, la pratica è veramente facile e semplice, che comprende anche un massaggio di alcune zone delle mani e della testa. Leggendo la parte teorica si può percepire quanto l'insegnamento di questo metodo sia stato in passato avanti rispetto ai tempi, e in questo periodo si possono cogliere tutti gli aspetti rivoluzionari collegandoli per esempio alle teorie della fisica quantistica o della nuova biologia. Un aspetto interessante, per esempio, è che nel massaggio si va a trattare anche una zona corrispondente al preconcepimento, in pratica una zona che rappresenta un nostro aspetto energetico potenziale, fuori dal tempo, in quanto in teoria non esistevamo ancora, umanamente parlando, ma sicuramente già presenti agli occhi del divino. Una bellissima lettura segreta.
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martedì 4 novembre 2014

Il potere creativo dell'immaginazione di Neville Goddard

La nostra vita è incentrata sulle immagini. Pensiamo soltanto a quanto il senso della vista sia importante per l'uomo. Quando ero piccolo a volte si facevano dei giochini e me ne ricordo uno, che suonava più o meno così: se dovessi scegliere fra essere sordo o cieco cosa sceglieresti? Quasi tutti rispondevamo che essere sordi era da preferire. Ecco che è difficile immaginarsi una vita senza l'uso della vista che comporta a sua volta l'uso dell'immaginazione. Non riesco neanche ad immaginare cosa può immaginare (continuo con questo gioco di parole sulla parola immaginazione) una persona cieca dalla nascita, da dove può attingere le immagini che usa interiormente? Sicuramente ci saranno degli studi in merito, ma non è quello che mi prefiggo ora. Il fatto è che la nostra mente lavora essenzialmente per immagini, corredate da suoni, voci e addirittura odori e sapori. Quando pensiamo ad un evento del passato o ne creiamo uno ancora da succedere ce lo visualizziamo interiormente. Molti avranno una visualizzazione scadente, per altri sarà di qualità migliore, ma questo dipende perlopiù dall'allenamento. Se ci abituiamo a visualizzare, col tempo possiamo migliorare di molto la qualità del nostro film interiore. Questo è molto importante, come vedremo poi, perché una visualizzazione nitida e ricca di particolari è più potente di una visualizzazione di qualità scadente, in bianco e nero e con particolari sfuggenti. Oramai è assodato da quasi tutti gli studiosi della mente, noi usiamo quotidianamente solo un 5%, massimo 10% della nostra mente. Il restante, l'iceberg sommerso, è ad uso della nostra mente inconscia. Un dato sconvolgente poi è che la nostra mente inconscia riesce a processare dati un milione di volte più velocemente rispetto alla nostra mente conscia, non so se hai letto bene, ho scritto un milione di volte. E questo comporta naturalmente che sia anche molto più potente della nostra mente conscia, di quella mente che usiamo tutti i giorni in maniera consapevole. Ma una caratteristica della mente inconscia è data dal fatto che non riesce a distinguere fra la realtà e un evento immaginato vividamente. Se non ci credi prova a chiudere gli occhi e immagina di aprire il frigo e di trovare un piatto con il tuo dolce preferito. Lo prendi e te lo metti davanti sul tavolo e cominci ad usare la forchetta per mangiarlo, fai tutto con calma e visualizza più nitidamente possibile, scommetto che hai cominciato a salivare! Questa è la prova del fatto che la tua mente inconscia, che comanda anche tutti i processi fisiologici del tuo corpo, non distingue fra realtà e immaginazione. A questo punto la domanda che possiamo porci è: possiamo usare la facoltà dell'immaginazione a nostro vantaggio? Per raggiungere i nostri scopi? Certo! Se noi immaginiamo un evento, una situazione, un risultato che vogliamo ottenere, ed immaginiamo questo in maniera nitida, particolareggiata, e magari lo facciamo spesso, per diversi giorni, succede che l'inconscio crede che questo faccia parte della nostra realtà. Dato che abbiamo detto che l'inconscio è molto potente succede che a questo punto l'inconscio stesso metterà in moto tutta una serie di direttive, di spunti che, modificando l'interiore, si rifletteranno anche nel mondo esterno. Nel mondo della magia questo processo è chiamato magia mentale, ed in effetti siamo come dei maghi con il potere di modificare il mondo esterno però nel rispetto della libertà altrui che si adatterà, per un processo universale e divino quasi incomprensibile, ai nostri desideri e volontà. Questo libro parla proprio della facoltà dell'immaginazione, una facoltà creativa perché in definitiva noi siamo i creatori della nostra vita. Alcuni diranno: “Ma certo! E secondo te io sono il creatore e responsabile della vita meschina e miserabile che porto avanti? Conti da pagare, mancanza di lavoro, miseria, povertà, ecc.”. La risposta, anche se dura da digerire, è affermativa. La responsabilità è soggettiva, nel bene e nel male e soprattutto per tutto quanto, assolutamente tutto. In primo luogo molte credenze installate nell'inconscio giocano a sfavore rispetto a quello che si desidera o si vorrebbe essere, consciamente parlando. In secondo luogo situazioni del genere ci fanno quasi sempre immaginare e visualizzare altre circostanze intrise di emozioni negative, come rabbia, frustrazione, vittimismo, ecc., che attirano sempre di più la realtà che non vorremmo. È difficile spezzare questo circolo vizioso, e qui sta il coraggio del cambiamento, e raccogliere le forze per dire basta. Il sottotitolo del libro (di un'edizione più vecchia) recita: “La realtà oggettiva occorre soltanto attraverso l'immaginazione”, e sottolineo quanto vero risulta questo assunto. La nostra realtà esteriore dipende al 100% dalla nostra realtà interiore. Neville Goddard è considerato un mistico perché i suoi libri sono anche ricchi di riferimenti biblici, e questi sono messi in maniera logica per capirne il vero contenuto. Mai libro non fu mal compreso e mal interpretato come la bibbia, e soprattutto il Nuovo Testamento. Diverse citazioni anche da Blake, artista geniale del XIX secolo. Nei quindici capitoli del libro troviamo anche molte storie di gente comune che ha messo in pratica la facoltà creativa dell'immaginazione di un autore che ha influenzato in maniera determinante l'attuale Legge di Attrazione. Attenzione però, se dopo diverso tempo questa tecnica non funziona non è detto che sia inefficace, si dovrebbe lavorare sulle credenze inconsce che potrebbero essere molto ben radicate e tenaci, che se contrastano con i nostri presupposti, difficilmente li raggiungeremmo. Una piacevole lettura segreta.
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giovedì 30 ottobre 2014

PNL per la prosperità di A. Lamanna

La conoscenza è una delle priorità assolute in questa nostra esistenza. Ma voglio chiarire un po' riguardo a questa conoscenza. Alcune persone mi hanno fatto notare in passato, obbiettando un pochino il fatto che secondo me è fondamentale l'apprendere e l'imparare, che alcune filosofie e scuole di pensiero sono in qualche maniera “contrarie” alla conoscenza propriamente detta. Per esempio nel Taoismo si insiste molto sul concetto di “vuoto”, e sul fatto che tutto il sapere alla fine non serve a nulla. Vi è anche un racconto taoista (o zen, non importa molto) molto famoso riguardo a quello studioso che si presenta al maestro desideroso di apprenderne gli insegnamenti. Il maestro offre un tè allo studioso e non smette di versare nella tazza, anche quando questa è colma. Alle proteste dello studioso il maestro fa notare che non si può insegnare nulla ad una persona colma di giudizi, credenze, convinzioni, opinioni, come in effetti lo studioso risultava agli occhi del maestro che paragonava in quel momento alla tazza piena di tè. Prima si deve svuotare la tazza e poi si è pronti per imparare qualche cosa di nuovo. Questo concetto di vuoto, del fatto di essere vuoti è malcompreso. Infatti il sapere, la conoscenza, il fatto di imparare non sono azioni da rigettare, ma l'atteggiamento da assumere è quello dell'umiltà. Essere umili di fronte a tutto, sapere che non si è mai arrivati, sapere che c'è sempre qualcosa da imparare, questo deve essere il giusto atteggiamento. Il saggio non smette mai di imparare mentre lo sciocco pensa di sapere tutto (e guarda caso parla sempre in più). Imparare, conoscere sé stessi, cambiare in meglio sé stessi e agire sempre con umiltà, questo è il segreto della conoscenza, ed è fondamentale non provare attaccamento a questa conoscenza, saper lasciare andare laddove una conoscenza non ci serve più, questo è secondo me il concetto di “vuoto”. Molte persone pensano di sapere tutto e purtroppo non si lasciano assalire dall'entusiasmo delle nuove scoperte, dal senso del meraviglioso, dal potere che potrebbero scoprire dentro sé stessi, anche se conducono una vita misera e banale. E poi la noia li porta magari a dormire troppo (quando si dorme non ci si annoia), oppure a suicidarsi lentamente: fumando, bevendo alcolici, mangiando come dei maiali, oppure sfidare apertamente la morte correndo per strada o praticando sport estremi. Chiarito questo concetto della conoscenza passo a scrivere che molti purtroppo non amano leggere. I libri sono il primo supporto in assoluto per aumentare la nostra conoscenza. Fra le persone che leggono dei libri c'è anche da dire che la stragrande maggioranza di queste legge libri di intrattenimento, romanzi, gialli, fantascienza, ecc. Non sto dicendo che non sia positivo leggere questo tipo di letture, anch'io ogni tanto mi diletto a leggere romanzi classici dell'ottocento e novecento (grandi amori miei), e quando mi voglio rilassare un bel romanzo di fantascienza non manca mai. Ma questo tipo di letture non porta molta conoscenza in fatto di formazione e crescita personale. Sono molto poche le persone che leggono saggi di qualsiasi argomento trattasi, psicologia, successo, esoterismo, spiritualità, ecc. Ed ora arrivo al nocciolo dell'articolo: un'alternativa al libro, l'audiolibro. Un cd o meglio un file mp3 da acquistare e scaricare immediatamente ed ascoltare, adatto così anche per chi è pigro nel leggere. Ci mettiamo sdraiati a letto o in poltrona e ad occhi chiusi ci concentriamo sulla voce narrante e su quello che ha da dire. Devo ammettere che questa alternativa al classico libro l'ho trovata in questi ultimi tempi molto positiva. Un libro di solito si legge una volta e poi si ripone, tuttalpiù si sottolineano i concetti basilari e si rileggono successivamente. Con l'audiolibro è diverso, lo posso ascoltare più volte, magari successivamente anche in macchina al posto della musica, così, repetita iuvant, posso assorbirne i concetti molto più profondamente e con minor fatica. Ed ora ecco questo audiolibro. Si parla di pnl, ma in maniera semplice, concetti di pnl per acquisire prosperità nella propria vita. La prosperità è un concetto diverso da ricchezza in quanto comprende aspetti più ampi, come la salute fisica, il benessere emotivo e mentale, l'armonia col prossimo e perché no, anche un risveglio spirituale. L'autrice espone molto chiaramente dei concetti presi da altri autori famosi e conosciuti, come H. Eker, R. Kiyosaki, R. Dilts, tanto per citarne alcuni. Per chi non conosce questi autori l'audiolibro può rappresentare una bella sorpresa poiché afferma e sottolinea per esempio l'importanza di modificare il nostro stato interiore per vedere dei risultati nel mondo esterno. Concetto risaputo da chi ha intrapreso da tempo una qualche via di miglioramento personale in senso olistico, ma abbastanza ignorato e non conosciuto dalle persone “medie” che nelle difficoltà che si presentano nella vita cercano sempre di modificare l'esteriorità, non realizzando con l'esperienza che questa metodologia è inefficace e spesso peggiorativa. Vi sono esposti poi altri contenuti come per esempio i livelli di pensiero concepiti da R. Dilts, ed un finale dove sono esposti dei suggerimenti per intraprendere cambiamenti in positivo per la nostra vita, che sia in effetti una vita colma di prosperità. L'audiolibro fa parte della collana ReP che sta a significare Rapidi e Pratici. In effetti questa serie di audiolibri sono proprio questo, rapidi perché in un'oretta di ascolto concentrato (la durata media di questi audiolibri) si possono acquisire tutti i concetti esposti, e pratici in quanto si possono poi riascoltare in molteplici situazioni (anche se non siamo molto attenti consciamente all'ascolto ricordiamoci che la nostra mente inconscia è molto attenta, eccome). L'audiolibro è accompagnato da un breve ebook riassuntivo e da una mappa mentale per la memorizzazione. Un'altra lettura o meglio ascolto che mi sento di consigliare.
Scarica l'audiolibro su Piuchepuoi

giovedì 23 ottobre 2014

Rivelazioni di un immortale di J. Briegel


In questo articolo vorrei scrivere sull'immortalità, e naturalmente, essendo argomenti correlati, anche sulla vita e sulla morte. Innanzitutto essere immortali è diverso dall'essere eterni. Nulla è eterno, a parte l'Uno, il Divino, la fonte di tutte le cose. Poi per immortalità bisogna intendersi, stiamo parlando di immortalità dello spirito o immortalità fisica? Bene, qui vorrei scrivere sull'immortalità fisica ma mi piacerebbe però prima spendere qualche riga anche sull'immortalità dello spirito. Per immortalità dello spirito si intende la capacità di rimanere consapevoli di se stessi anche dopo la morte fisica. Molti diranno che è proprio quello che molte religioni e credi propagandano ai propri fedeli. Dopo la morte infatti vi è uno stato spirituale di vita eterna, il paradiso dei cristiani e dei musulmani, il valhalla, i campi elisi, i pascoli del cielo, ecc. Siamo destinati così ad una vita immortale di tipo spirituale. Ma non è proprio così. È vero che abbiamo una parte di noi stessi, la nostra anima, che per sua natura è immortale, infatti vive al di fuori della dimensione del tempo, ma quanti di noi sono consapevoli di essere anche quest'anima? O meglio, quanti di noi sono legati, identificati con la propria anima? Finché non vi è un risveglio in questa dimensione è assai improbabile che si sia svegli anche dopo la nostra morte fisica. Per cui cosa c'è di là? Nulla, oblio, sonno senza sogni. Mi dispiace deludere chi crede il contrario ma finché non vi è un'identificazione con la propria anima in questa dimensione, non potremmo mai essere consapevoli di noi stessi anche dopo la nostra morte fisica. Vediamola in quest'altro modo. L'anima, il nostro vero Sè, delega ad un'altra forma di coscienza, la mente, la consapevolezza in questa dimensione terrena. Ma noi in realtà non siamo la nostra mente, pensiamo solo di esserlo. L'anima osserva e raccoglie dati di esperienza, generalmente non interviene, e se lo fa è un evento occasionale. Attende che la nostra consapevolezza, fissata temporaneamente nella mente, si sposti verso di lei. Possono volerci centinaia, migliaia, milioni di esistenze. Non c'è fretta, tanto è immortale... Quando ci identifichiamo con l'anima ecco che abbiamo realizzato lo scopo di queste continue avventure terrene, diveniamo immortali poiché sappiamo che lo siamo, e acquisiamo tutte le qualità tipiche dell'anima: amore incondizionato, gioia, pace, ecc. E l'immortalità fisica? Non avrebbe molto senso rimanere nella dimensione fisica una volta raggiunta l'immortalità spirituale. Però potrebbe essere una scelta se si portasse avanti una o più delle tre missioni tipiche dell'anima: guarire, insegnare e creare. Ma perché si muore allora (fisicamente parlando)? Beh, il motivo principale è che la morte è una grossa credenza impressa nel nostro inconscio collettivo, sappiamo che si vive una vita più o meno lunga e poi basta. Ma se non fosse così? Se fosse possibile allungare la vita a qualche secolo o molto di più? La risposta dal mio punto di vista è senz'altro positiva. Però questo richiede un certo numero di requisiti che vanno soddisfatti. Prima di tutto bisogna disfarsi della precedente credenza, si deve credere che per l'uomo è possibile l'immortalità fisica, punto e basta. Crederci consciamente ed inconsciamente naturalmente. Poi è necessario portare avanti uno stile di vita quanto più sano possibile, e il fatto di alimentarsi di cibo fisico dovrebbe essere un optional, per cui arrivare all'alimentazione pranica potrebbe essere d'aiuto. Poi pulire il nostro corpo da tutte le scorie, tossine, parassiti, residui vari che abbiamo accumulato in anni di gozzoviglie. Poi mantenere la nostra vita in un continuo mutamento e movimento, portare avanti le missioni dell'anima per esempio. E cosa fondamentale identificarci con il nostro vero Sè, con l'anima, questo perché la nostra energia vitale terrena è limitata mentre l'energia spirituale che proviene dall'anima è infinita, e questa energia ci serve proprio per prolungare la nostra vita. Chi arriva a questo punto però non è molto tentato a rimanere in questa dimensione terrena, è semplicemente una scelta, di solito fatta per amore e compassione nei confronti dell'umanità. Il libro parla proprio di questa identificazione dell'anima, che l'autore chiama Sè interiore dell'anima (che sarebbe il Sè superiore, se non fosse che l'autore usa questo termine per definire il nostro Io cosciente, ma basta non farsi confondere dai termini...), ma è vista in maniera un po' diversa da altre discipline come per esempio l'alchimia. Qui infatti questa identificazione è come una fusione dei nostri due Sè, il nostro io di consapevolezza e il Sè interiore, fusione virtuale dato che i due Sè rimangono uniti ma distinti. L'autore del libro è un psicoterapeuta che nei primi anni novanta del secolo scorso ha avuto modo di incontrare un uomo, Reimund Cremér, che dimostrava una quarantina d'anni, che a suo dire aveva all'epoca 192 anni. I due rimangono in contatto per diverso tempo e l'autore raccoglie le spiegazioni filosofiche e pratiche per divenire immortali. Qui viene spiegata solamente l'identificazione e contatto con il nostro Sè interiore dell'anima e non vengono proposti gli altri requisiti esposti sopra. Il libro è diviso in tre parti. Nella prima parte (Introduzione) viene presentato sia il libro sia il personaggio di Reimund Crémer, ed il loro incontro. Nella seconda parte (Le rivelazioni di Reimund Crémer) viene esposta tutta la teoria e filosofia di questo immortale. Questa parte è strutturata in domande e risposte. Nella terza parte (Il risveglio del Sè interiore) vengono illustrati i quattro passaggi per consentire al lettore di intraprendere il cammino che porti verso l'immortalità fisica. Questi quattro passaggi sono: 1) Trovare il silenzio esteriore. 2) Ricercare il silenzio interiore. 3) Dare spazio alle intuizioni. 4) Stabilire il collegamento con il Sè interiore. Una lettura segreta da leggere anche questa.
P.S.: Continua a seguirmi perché fra 327 anni ho una sorpresa per te...
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giovedì 16 ottobre 2014

Il linguaggio delle tue emozioni di René Martina

L'emozione è una forma di comunicazione che spesso, in maniera molto evidente, mette in luce i nostri pensieri del momento. Una delle definizioni che ho trovato sul termine emozione, e che mi piace, è quella di energia in movimento, e-movere. Il pensiero genera un segnale che mette in moto in noi questa energia, chiamata appunto emozione, che si riflette specificatamente sul nostro fisico. Ecco che cambiamo il nostro atteggiamento, la maniera di parlare, camminare, gesticolare, ma influisce anche su quei fenomeni che non riusciamo consapevolmente a controllare, il battito cardiaco per esempio, o il fatto di arrossire. Le emozioni però, lo sanno tutti, possono essere piacevoli o spiacevoli. Non mi piace definirle, come fanno in molti, positive o negative perché penso che in effetti non vi sia nulla di negativo nell'universo. Negativo nel senso di un qualcosa da combattere, contrastare, eliminare. Il negativo è un qualcosa di essenziale nel nostro universo duale, si dovrebbe accettarne la presenza come un fatto naturale. Mi viene in mente l'atteggiamento di molti quando affermano che “tizio sta combattendo contro il cancro”. In realtà combattere qualcosa ne focalizza l'importanza nella nostra percezione di coscienza, così facendo invece di liberarci di questo qualcosa magari ne intensifichiamo il potere che ha su di noi. So che è difficile, ma la vera soluzione sta nel lasciar andare, anzi addirittura accogliere con amore questo evento “negativo”. Solo in questo modo riusciremo a sciogliere la presa che ha su di noi, ma questo è un altro discorso. Tornando alle emozioni, allora abbiamo quelle spiacevoli, che potremmo anche chiamare squilibranti, e quelle piacevoli che invece ci danno un senso di appagamento ed entusiasmo. Adesso mi viene in mente che in Medicina Cinese, credo il tipo di medicina più olistica in assoluto fra quelle di umana conoscenza, l'emozione è associata ad un organo e ad un viscere, assieme a molte altre cose, e questi se sono squilibrati, energeticamente parlando, possono farmi generare quel tipo di emozione particolare. Ecco per esempio che se ho il fegato in squilibrio energetico posso provare emozioni quali la rabbia, la collera, l'ira (da qui il detto: rodersi il fegato dalla rabbia). Oppure se è il cuore squilibrato la mia emozione potrebbe essere di dolore, dispiacere. Abbiamo detto prima che è il pensiero che fa muovere l'energia, così se ho pensieri di rabbia l'energia influirà su quegli organi collegati alla rabbia squilibrandoli, e il risultato è l'espressione esterna di questa energia, cioè l'emozione. Però la via è a doppio senso, posso avere un organo squilibrato che mi genera un certo tipo di pensieri che fanno muovere l'energia che si esprime poi con la relativa emozione. L'energia va dove va il pensiero, è questa una massima molto riccorrente in molte filosofie e discipline. L'energia scorre nel nostro corpo ma quasi sempre vi sono ingorghi, blocchi dove questa non scorre bene, oppure vi sono accumuli oppure carenze. Tutti questi ostacoli si sono formati nella nostra vita. Molto spesso durante l'infanzia si generano i più importanti. Quando viviamo una situazione molto emotiva di tipo spiacevole, per cui abbiamo un movimento molto intenso di energia, può succedere che la mente, quella inconscia, faccia una specie di imprinting energetico in certe zone particolari. Questo schema poi ce lo portiamo appresso tutta la vita senza rendercene conto e influenzerà tutte le emozioni spiacevoli che proveremo successivamente, emozioni uguali o associate, secondo determinate regole (i cinesi sono bravi in questo), a quella che mi ha generato l'imprinting. Ma veniamo al libro. Lettura di non molte pretese che però ha il pregio di illustrare brevemente, forse senza molto approfondire, alcune regole fondamentali che se adottate faranno in modo da farci liberare piano piano da quelle emozioni che ho definito spiacevoli. Vi sono all'interno anche delle sezioni che riguardano degli esercizi, alcuni di questi interessanti. Uno in particolare mi è piaciuto in quanto collega un'emozione ad un disagio o una reazione fisica, e fin qui niente di particolare, il bello è che se si immagina di intensificare quella reazione può succedere che dal nostro inconscio spunti fuori un ricordo o un'immagine dal nostro passato. Lavorando su quel ricordo o immagine, nella maniera proposta dall'autore, può succedere che si riesca a sbloccare l'energia e a risolvere il problema. Le regole che ho accennato prima sono quelle che si possono trovare un po' dovunque, come la regola dello specchio, oppure il fatto di assumersi la responsabilità, o ancora l'importanza di avere un focus, un obiettivo. Il succo di questa lettura è quello di farci capire che le emozioni hanno qualche cosa da dire, appunto il linguaggio delle emozioni, che va interpretato per risolvere la causa prima che genera le emozioni stesse. Buona lettura!
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giovedì 9 ottobre 2014

La biologia delle credenze di B. Lipton

A volte quando mi raffronto, direttamente o meno, con atteggiamenti mentali di alcune nature umane mi viene voglia di imprecare e magari anche insultare brutalmente. Poi entro in uno stato di consapevolezza e non lo faccio. Rimane il fatto però che rimango assai meravigliato, in senso negativo, e non so darmi pace di questo. Sarebbe perdonabile se le persone in questione fossero degli ignoranti, privi di una cultura medio-alta, zotici. Ma no, ho a che fare con persone che hanno studiato, scienziati (scientisti sarebbe meglio definirli), medici, anche persone spirituali (ehm... sacerdoti!?). Ho a che fare spesso indirettamente, nel senso che mi trovo ad ascoltarli perché espongono le loro idee magari in televisione o su altri mezzi di comunicazione. A volte ci parlo anche direttamente e ho la possibilità di sondare il loro “acume mentale”, e quasi sempre ho la saggezza di non intavolare mai una discussione senza fine, cercando di far loro capire la visione ristretta che si ritrovano. A chi magari sta già pensando che sto peccando di mancanza di umiltà posso dire che trovo più saggezza in un contadino che mi spiega come e quando, regolandosi con le fasi lunari, piantare le patate, che in un medico che mi espone l'eziopatogenesi della poliartrite reumatoide. Ma arrivo al nocciolo di questo discorso. Il grosso guaio di questi studiosi è quello di ragionare e dedurre con metà cervello. Ragionano per causa-effetto. Hanno un tipo di ragionamento che si può definire galileiano o newtoniano che dir si voglia, ovvero un metodo scientifico che funziona benissimo in ambito macroscopico ma che si rivela fallace in ambito microscopico. Il bello è che sono in ritardo rispetto ad alcune materie scientifiche di diversi decenni, per non dire un secolo e più, e non se ne rendono neanche conto. La matematica e la fisica sono avanti rispetto a tutto il resto. In matematica per esempio abbiamo il numero immaginario: 1 al quadrato fa 1, come pure -1 al quadrato da sempre 1, da questo si deduce che la radice quadra di 1 può dare come risultato sia 1 che -1, e la radice di -1? In realtà non esiste, è un numero immaginario. Questo numero però si usa nelle formule in vari ambiti scientifici, questo ha un riscontro e un effetto eccezionale per la nostra logica, stiamo usando un numero che non esiste, che fa parte magari di un'altra dimensione. In fisica poi abbiamo tutta una serie di teorie e scoperte che hanno oramai stravolto il modo di vedere causalistico della realtà: relatività, fisica quantistica, principio di indeterminazione, teorema di Bell, fisica di Bohm, teoria delle stringhe, sono le principali scoperte recenti, per modo di dire, che ci fanno vedere il mondo diversamente da come lo vedevamo prima. Ma allora? Tornando ancora a ragionare su questi personaggi di dubbia intelligenza sono giunto a considerare due diverse possibilità: o sono realmente stupidi, nel senso che usano, magari anche molto bene, solamente il lobo sinistro del loro cervello per dedurre e ragionare, oppure sono collusi. Collusi con poteri che hanno tutti i vantaggi a lasciare le cose come stanno, per cui niente energia da fusione fredda, niente cura definitiva per il cancro o altre malattie degenerative, niente macchine antigravità, niente beni di prima necessità gratuiti per tutti gli abitanti del pianeta, ecc. ecc. Un metodo veloce per scoprire questi “geni” dei nostri tempi è quello di iniziare una discussione su argomenti non dimostrati o non dimostrabili. Parlate per esempio di alieni, esseri disincarnati, levitazione, bilocazione, sogni lucidi, oppure cura del cancro con clisteri al caffè o olio di cannabis o ancora con lo sblocco di energie emozionali e traumi repressi, ecc. ecc., se riscontrate una negazione assoluta avrete a che fare con un emicerebrato. Non che gli manchi metà cervello, ma questa metà non la usa affatto. Oppure, cosa peggiore, è colluso. Ma vediamo il libro. Bellissima lettura questa, dove la cellula è la protagonista indiscussa della prima metà del libro. Libro scientifico ma non solo, che pone l'accento sull'importanza dell'influenza dell'ambiente esterno rispetto all'importanza della genetica. Ovvero la genetica conta molto ma non è vista in senso tradizionale, che si è scoperto conta molto poco, ma una genetica di tipo energetico, comportamentale ed emozionale. Lipton è un biologo di nuova generazione che ha capito, attraverso momenti di intuizione ed ispirazione, che la biologia classica, basata anch'essa sulle leggi newtoniane, non era più in grado di evolvere. Rimanevano infatti dei problemi insoluti e l'unica maniera di risolverli era quella di cambiare rotta e studiare la biologia con un approccio energetico e quantistico, non più meccanico e causalistico. Lipton scopre per esempio che il cervello della cellula non è il nucleo contenente il DNA, ma la membrana che contiene proteine recettori ed effettori che servono per la comunicazione esterna. Un capitolo è dedicato alla fisica quantistica, un altro descrive l'importanza delle credenze e come queste influenzino le cellule e tutto il nostro essere. Un altro capitolo parla di stress e in un altro troviamo informazioni importanti sull'essere genitori consapevoli. Un'appendice è dedicata alla breve descrizione della tecnica Psych-K di R. Williams, tecnica che serve a cambiare le nostre credenze per consentirci di avere una vita piena, felice ed appagante. Un libro da leggere assolutamente, scritto in maniera chiara anche per chi sa poco o nulla di fisica o biologia, l'autore infatti si fa capire molto bene e non usa concetti difficili ed incomprensibili, il libro infatti è dedicato al largo pubblico. Chiudo rivolgendomi a tutti quegli scienziati, medici, studiosi, che ancora si ostinano a seguire la strada tracciata dalla logica e dalla razionalità: non vedete attorno a voi che le cose stanno cambiando? Anche se con molto ritardo molti vostri colleghi illuminati hanno finalmente aperto gli occhi, cosa aspettate? Siete così stupidi e sciocchi? Pensate davvero che l'universo sia spiegabile con le vostre miserevoli teorie? I risultati parlano chiaro: avete fallito! Se poi siete collusi vi chiedo di mettervi una mano sul cuore, la vostra coscienza vi dice nulla? O forse ne siete privi?
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