giovedì 30 ottobre 2014

PNL per la prosperità di A. Lamanna

La conoscenza è una delle priorità assolute in questa nostra esistenza. Ma voglio chiarire un po' riguardo a questa conoscenza. Alcune persone mi hanno fatto notare in passato, obbiettando un pochino il fatto che secondo me è fondamentale l'apprendere e l'imparare, che alcune filosofie e scuole di pensiero sono in qualche maniera “contrarie” alla conoscenza propriamente detta. Per esempio nel Taoismo si insiste molto sul concetto di “vuoto”, e sul fatto che tutto il sapere alla fine non serve a nulla. Vi è anche un racconto taoista (o zen, non importa molto) molto famoso riguardo a quello studioso che si presenta al maestro desideroso di apprenderne gli insegnamenti. Il maestro offre un tè allo studioso e non smette di versare nella tazza, anche quando questa è colma. Alle proteste dello studioso il maestro fa notare che non si può insegnare nulla ad una persona colma di giudizi, credenze, convinzioni, opinioni, come in effetti lo studioso risultava agli occhi del maestro che paragonava in quel momento alla tazza piena di tè. Prima si deve svuotare la tazza e poi si è pronti per imparare qualche cosa di nuovo. Questo concetto di vuoto, del fatto di essere vuoti è malcompreso. Infatti il sapere, la conoscenza, il fatto di imparare non sono azioni da rigettare, ma l'atteggiamento da assumere è quello dell'umiltà. Essere umili di fronte a tutto, sapere che non si è mai arrivati, sapere che c'è sempre qualcosa da imparare, questo deve essere il giusto atteggiamento. Il saggio non smette mai di imparare mentre lo sciocco pensa di sapere tutto (e guarda caso parla sempre in più). Imparare, conoscere sé stessi, cambiare in meglio sé stessi e agire sempre con umiltà, questo è il segreto della conoscenza, ed è fondamentale non provare attaccamento a questa conoscenza, saper lasciare andare laddove una conoscenza non ci serve più, questo è secondo me il concetto di “vuoto”. Molte persone pensano di sapere tutto e purtroppo non si lasciano assalire dall'entusiasmo delle nuove scoperte, dal senso del meraviglioso, dal potere che potrebbero scoprire dentro sé stessi, anche se conducono una vita misera e banale. E poi la noia li porta magari a dormire troppo (quando si dorme non ci si annoia), oppure a suicidarsi lentamente: fumando, bevendo alcolici, mangiando come dei maiali, oppure sfidare apertamente la morte correndo per strada o praticando sport estremi. Chiarito questo concetto della conoscenza passo a scrivere che molti purtroppo non amano leggere. I libri sono il primo supporto in assoluto per aumentare la nostra conoscenza. Fra le persone che leggono dei libri c'è anche da dire che la stragrande maggioranza di queste legge libri di intrattenimento, romanzi, gialli, fantascienza, ecc. Non sto dicendo che non sia positivo leggere questo tipo di letture, anch'io ogni tanto mi diletto a leggere romanzi classici dell'ottocento e novecento (grandi amori miei), e quando mi voglio rilassare un bel romanzo di fantascienza non manca mai. Ma questo tipo di letture non porta molta conoscenza in fatto di formazione e crescita personale. Sono molto poche le persone che leggono saggi di qualsiasi argomento trattasi, psicologia, successo, esoterismo, spiritualità, ecc. Ed ora arrivo al nocciolo dell'articolo: un'alternativa al libro, l'audiolibro. Un cd o meglio un file mp3 da acquistare e scaricare immediatamente ed ascoltare, adatto così anche per chi è pigro nel leggere. Ci mettiamo sdraiati a letto o in poltrona e ad occhi chiusi ci concentriamo sulla voce narrante e su quello che ha da dire. Devo ammettere che questa alternativa al classico libro l'ho trovata in questi ultimi tempi molto positiva. Un libro di solito si legge una volta e poi si ripone, tuttalpiù si sottolineano i concetti basilari e si rileggono successivamente. Con l'audiolibro è diverso, lo posso ascoltare più volte, magari successivamente anche in macchina al posto della musica, così, repetita iuvant, posso assorbirne i concetti molto più profondamente e con minor fatica. Ed ora ecco questo audiolibro. Si parla di pnl, ma in maniera semplice, concetti di pnl per acquisire prosperità nella propria vita. La prosperità è un concetto diverso da ricchezza in quanto comprende aspetti più ampi, come la salute fisica, il benessere emotivo e mentale, l'armonia col prossimo e perché no, anche un risveglio spirituale. L'autrice espone molto chiaramente dei concetti presi da altri autori famosi e conosciuti, come H. Eker, R. Kiyosaki, R. Dilts, tanto per citarne alcuni. Per chi non conosce questi autori l'audiolibro può rappresentare una bella sorpresa poiché afferma e sottolinea per esempio l'importanza di modificare il nostro stato interiore per vedere dei risultati nel mondo esterno. Concetto risaputo da chi ha intrapreso da tempo una qualche via di miglioramento personale in senso olistico, ma abbastanza ignorato e non conosciuto dalle persone “medie” che nelle difficoltà che si presentano nella vita cercano sempre di modificare l'esteriorità, non realizzando con l'esperienza che questa metodologia è inefficace e spesso peggiorativa. Vi sono esposti poi altri contenuti come per esempio i livelli di pensiero concepiti da R. Dilts, ed un finale dove sono esposti dei suggerimenti per intraprendere cambiamenti in positivo per la nostra vita, che sia in effetti una vita colma di prosperità. L'audiolibro fa parte della collana ReP che sta a significare Rapidi e Pratici. In effetti questa serie di audiolibri sono proprio questo, rapidi perché in un'oretta di ascolto concentrato (la durata media di questi audiolibri) si possono acquisire tutti i concetti esposti, e pratici in quanto si possono poi riascoltare in molteplici situazioni (anche se non siamo molto attenti consciamente all'ascolto ricordiamoci che la nostra mente inconscia è molto attenta, eccome). L'audiolibro è accompagnato da un breve ebook riassuntivo e da una mappa mentale per la memorizzazione. Un'altra lettura o meglio ascolto che mi sento di consigliare.
Scarica l'audiolibro su Piuchepuoi

giovedì 23 ottobre 2014

Rivelazioni di un immortale di J. Briegel


In questo articolo vorrei scrivere sull'immortalità, e naturalmente, essendo argomenti correlati, anche sulla vita e sulla morte. Innanzitutto essere immortali è diverso dall'essere eterni. Nulla è eterno, a parte l'Uno, il Divino, la fonte di tutte le cose. Poi per immortalità bisogna intendersi, stiamo parlando di immortalità dello spirito o immortalità fisica? Bene, qui vorrei scrivere sull'immortalità fisica ma mi piacerebbe però prima spendere qualche riga anche sull'immortalità dello spirito. Per immortalità dello spirito si intende la capacità di rimanere consapevoli di se stessi anche dopo la morte fisica. Molti diranno che è proprio quello che molte religioni e credi propagandano ai propri fedeli. Dopo la morte infatti vi è uno stato spirituale di vita eterna, il paradiso dei cristiani e dei musulmani, il valhalla, i campi elisi, i pascoli del cielo, ecc. Siamo destinati così ad una vita immortale di tipo spirituale. Ma non è proprio così. È vero che abbiamo una parte di noi stessi, la nostra anima, che per sua natura è immortale, infatti vive al di fuori della dimensione del tempo, ma quanti di noi sono consapevoli di essere anche quest'anima? O meglio, quanti di noi sono legati, identificati con la propria anima? Finché non vi è un risveglio in questa dimensione è assai improbabile che si sia svegli anche dopo la nostra morte fisica. Per cui cosa c'è di là? Nulla, oblio, sonno senza sogni. Mi dispiace deludere chi crede il contrario ma finché non vi è un'identificazione con la propria anima in questa dimensione, non potremmo mai essere consapevoli di noi stessi anche dopo la nostra morte fisica. Vediamola in quest'altro modo. L'anima, il nostro vero Sè, delega ad un'altra forma di coscienza, la mente, la consapevolezza in questa dimensione terrena. Ma noi in realtà non siamo la nostra mente, pensiamo solo di esserlo. L'anima osserva e raccoglie dati di esperienza, generalmente non interviene, e se lo fa è un evento occasionale. Attende che la nostra consapevolezza, fissata temporaneamente nella mente, si sposti verso di lei. Possono volerci centinaia, migliaia, milioni di esistenze. Non c'è fretta, tanto è immortale... Quando ci identifichiamo con l'anima ecco che abbiamo realizzato lo scopo di queste continue avventure terrene, diveniamo immortali poiché sappiamo che lo siamo, e acquisiamo tutte le qualità tipiche dell'anima: amore incondizionato, gioia, pace, ecc. E l'immortalità fisica? Non avrebbe molto senso rimanere nella dimensione fisica una volta raggiunta l'immortalità spirituale. Però potrebbe essere una scelta se si portasse avanti una o più delle tre missioni tipiche dell'anima: guarire, insegnare e creare. Ma perché si muore allora (fisicamente parlando)? Beh, il motivo principale è che la morte è una grossa credenza impressa nel nostro inconscio collettivo, sappiamo che si vive una vita più o meno lunga e poi basta. Ma se non fosse così? Se fosse possibile allungare la vita a qualche secolo o molto di più? La risposta dal mio punto di vista è senz'altro positiva. Però questo richiede un certo numero di requisiti che vanno soddisfatti. Prima di tutto bisogna disfarsi della precedente credenza, si deve credere che per l'uomo è possibile l'immortalità fisica, punto e basta. Crederci consciamente ed inconsciamente naturalmente. Poi è necessario portare avanti uno stile di vita quanto più sano possibile, e il fatto di alimentarsi di cibo fisico dovrebbe essere un optional, per cui arrivare all'alimentazione pranica potrebbe essere d'aiuto. Poi pulire il nostro corpo da tutte le scorie, tossine, parassiti, residui vari che abbiamo accumulato in anni di gozzoviglie. Poi mantenere la nostra vita in un continuo mutamento e movimento, portare avanti le missioni dell'anima per esempio. E cosa fondamentale identificarci con il nostro vero Sè, con l'anima, questo perché la nostra energia vitale terrena è limitata mentre l'energia spirituale che proviene dall'anima è infinita, e questa energia ci serve proprio per prolungare la nostra vita. Chi arriva a questo punto però non è molto tentato a rimanere in questa dimensione terrena, è semplicemente una scelta, di solito fatta per amore e compassione nei confronti dell'umanità. Il libro parla proprio di questa identificazione dell'anima, che l'autore chiama Sè interiore dell'anima (che sarebbe il Sè superiore, se non fosse che l'autore usa questo termine per definire il nostro Io cosciente, ma basta non farsi confondere dai termini...), ma è vista in maniera un po' diversa da altre discipline come per esempio l'alchimia. Qui infatti questa identificazione è come una fusione dei nostri due Sè, il nostro io di consapevolezza e il Sè interiore, fusione virtuale dato che i due Sè rimangono uniti ma distinti. L'autore del libro è un psicoterapeuta che nei primi anni novanta del secolo scorso ha avuto modo di incontrare un uomo, Reimund Cremér, che dimostrava una quarantina d'anni, che a suo dire aveva all'epoca 192 anni. I due rimangono in contatto per diverso tempo e l'autore raccoglie le spiegazioni filosofiche e pratiche per divenire immortali. Qui viene spiegata solamente l'identificazione e contatto con il nostro Sè interiore dell'anima e non vengono proposti gli altri requisiti esposti sopra. Il libro è diviso in tre parti. Nella prima parte (Introduzione) viene presentato sia il libro sia il personaggio di Reimund Crémer, ed il loro incontro. Nella seconda parte (Le rivelazioni di Reimund Crémer) viene esposta tutta la teoria e filosofia di questo immortale. Questa parte è strutturata in domande e risposte. Nella terza parte (Il risveglio del Sè interiore) vengono illustrati i quattro passaggi per consentire al lettore di intraprendere il cammino che porti verso l'immortalità fisica. Questi quattro passaggi sono: 1) Trovare il silenzio esteriore. 2) Ricercare il silenzio interiore. 3) Dare spazio alle intuizioni. 4) Stabilire il collegamento con il Sè interiore. Una lettura segreta da leggere anche questa.
P.S.: Continua a seguirmi perché fra 327 anni ho una sorpresa per te...
Acquista il libro su:
vai al sito macrolibrarsi Acquista Online su IlGiardinodeiLibri.it

giovedì 16 ottobre 2014

Il linguaggio delle tue emozioni di René Martina

L'emozione è una forma di comunicazione che spesso, in maniera molto evidente, mette in luce i nostri pensieri del momento. Una delle definizioni che ho trovato sul termine emozione, e che mi piace, è quella di energia in movimento, e-movere. Il pensiero genera un segnale che mette in moto in noi questa energia, chiamata appunto emozione, che si riflette specificatamente sul nostro fisico. Ecco che cambiamo il nostro atteggiamento, la maniera di parlare, camminare, gesticolare, ma influisce anche su quei fenomeni che non riusciamo consapevolmente a controllare, il battito cardiaco per esempio, o il fatto di arrossire. Le emozioni però, lo sanno tutti, possono essere piacevoli o spiacevoli. Non mi piace definirle, come fanno in molti, positive o negative perché penso che in effetti non vi sia nulla di negativo nell'universo. Negativo nel senso di un qualcosa da combattere, contrastare, eliminare. Il negativo è un qualcosa di essenziale nel nostro universo duale, si dovrebbe accettarne la presenza come un fatto naturale. Mi viene in mente l'atteggiamento di molti quando affermano che “tizio sta combattendo contro il cancro”. In realtà combattere qualcosa ne focalizza l'importanza nella nostra percezione di coscienza, così facendo invece di liberarci di questo qualcosa magari ne intensifichiamo il potere che ha su di noi. So che è difficile, ma la vera soluzione sta nel lasciar andare, anzi addirittura accogliere con amore questo evento “negativo”. Solo in questo modo riusciremo a sciogliere la presa che ha su di noi, ma questo è un altro discorso. Tornando alle emozioni, allora abbiamo quelle spiacevoli, che potremmo anche chiamare squilibranti, e quelle piacevoli che invece ci danno un senso di appagamento ed entusiasmo. Adesso mi viene in mente che in Medicina Cinese, credo il tipo di medicina più olistica in assoluto fra quelle di umana conoscenza, l'emozione è associata ad un organo e ad un viscere, assieme a molte altre cose, e questi se sono squilibrati, energeticamente parlando, possono farmi generare quel tipo di emozione particolare. Ecco per esempio che se ho il fegato in squilibrio energetico posso provare emozioni quali la rabbia, la collera, l'ira (da qui il detto: rodersi il fegato dalla rabbia). Oppure se è il cuore squilibrato la mia emozione potrebbe essere di dolore, dispiacere. Abbiamo detto prima che è il pensiero che fa muovere l'energia, così se ho pensieri di rabbia l'energia influirà su quegli organi collegati alla rabbia squilibrandoli, e il risultato è l'espressione esterna di questa energia, cioè l'emozione. Però la via è a doppio senso, posso avere un organo squilibrato che mi genera un certo tipo di pensieri che fanno muovere l'energia che si esprime poi con la relativa emozione. L'energia va dove va il pensiero, è questa una massima molto riccorrente in molte filosofie e discipline. L'energia scorre nel nostro corpo ma quasi sempre vi sono ingorghi, blocchi dove questa non scorre bene, oppure vi sono accumuli oppure carenze. Tutti questi ostacoli si sono formati nella nostra vita. Molto spesso durante l'infanzia si generano i più importanti. Quando viviamo una situazione molto emotiva di tipo spiacevole, per cui abbiamo un movimento molto intenso di energia, può succedere che la mente, quella inconscia, faccia una specie di imprinting energetico in certe zone particolari. Questo schema poi ce lo portiamo appresso tutta la vita senza rendercene conto e influenzerà tutte le emozioni spiacevoli che proveremo successivamente, emozioni uguali o associate, secondo determinate regole (i cinesi sono bravi in questo), a quella che mi ha generato l'imprinting. Ma veniamo al libro. Lettura di non molte pretese che però ha il pregio di illustrare brevemente, forse senza molto approfondire, alcune regole fondamentali che se adottate faranno in modo da farci liberare piano piano da quelle emozioni che ho definito spiacevoli. Vi sono all'interno anche delle sezioni che riguardano degli esercizi, alcuni di questi interessanti. Uno in particolare mi è piaciuto in quanto collega un'emozione ad un disagio o una reazione fisica, e fin qui niente di particolare, il bello è che se si immagina di intensificare quella reazione può succedere che dal nostro inconscio spunti fuori un ricordo o un'immagine dal nostro passato. Lavorando su quel ricordo o immagine, nella maniera proposta dall'autore, può succedere che si riesca a sbloccare l'energia e a risolvere il problema. Le regole che ho accennato prima sono quelle che si possono trovare un po' dovunque, come la regola dello specchio, oppure il fatto di assumersi la responsabilità, o ancora l'importanza di avere un focus, un obiettivo. Il succo di questa lettura è quello di farci capire che le emozioni hanno qualche cosa da dire, appunto il linguaggio delle emozioni, che va interpretato per risolvere la causa prima che genera le emozioni stesse. Buona lettura!
Acquistalo su Amazon, o su Ibs, o su InMondadori o su:
vai al sito macrolibrarsi Acquista Online su IlGiardinodeiLibri.it
Vuoi sostenere questo blog? Visita la pagina Donazioni. Grazie!!!

giovedì 9 ottobre 2014

La biologia delle credenze di B. Lipton

A volte quando mi raffronto, direttamente o meno, con atteggiamenti mentali di alcune nature umane mi viene voglia di imprecare e magari anche insultare brutalmente. Poi entro in uno stato di consapevolezza e non lo faccio. Rimane il fatto però che rimango assai meravigliato, in senso negativo, e non so darmi pace di questo. Sarebbe perdonabile se le persone in questione fossero degli ignoranti, privi di una cultura medio-alta, zotici. Ma no, ho a che fare con persone che hanno studiato, scienziati (scientisti sarebbe meglio definirli), medici, anche persone spirituali (ehm... sacerdoti!?). Ho a che fare spesso indirettamente, nel senso che mi trovo ad ascoltarli perché espongono le loro idee magari in televisione o su altri mezzi di comunicazione. A volte ci parlo anche direttamente e ho la possibilità di sondare il loro “acume mentale”, e quasi sempre ho la saggezza di non intavolare mai una discussione senza fine, cercando di far loro capire la visione ristretta che si ritrovano. A chi magari sta già pensando che sto peccando di mancanza di umiltà posso dire che trovo più saggezza in un contadino che mi spiega come e quando, regolandosi con le fasi lunari, piantare le patate, che in un medico che mi espone l'eziopatogenesi della poliartrite reumatoide. Ma arrivo al nocciolo di questo discorso. Il grosso guaio di questi studiosi è quello di ragionare e dedurre con metà cervello. Ragionano per causa-effetto. Hanno un tipo di ragionamento che si può definire galileiano o newtoniano che dir si voglia, ovvero un metodo scientifico che funziona benissimo in ambito macroscopico ma che si rivela fallace in ambito microscopico. Il bello è che sono in ritardo rispetto ad alcune materie scientifiche di diversi decenni, per non dire un secolo e più, e non se ne rendono neanche conto. La matematica e la fisica sono avanti rispetto a tutto il resto. In matematica per esempio abbiamo il numero immaginario: 1 al quadrato fa 1, come pure -1 al quadrato da sempre 1, da questo si deduce che la radice quadra di 1 può dare come risultato sia 1 che -1, e la radice di -1? In realtà non esiste, è un numero immaginario. Questo numero però si usa nelle formule in vari ambiti scientifici, questo ha un riscontro e un effetto eccezionale per la nostra logica, stiamo usando un numero che non esiste, che fa parte magari di un'altra dimensione. In fisica poi abbiamo tutta una serie di teorie e scoperte che hanno oramai stravolto il modo di vedere causalistico della realtà: relatività, fisica quantistica, principio di indeterminazione, teorema di Bell, fisica di Bohm, teoria delle stringhe, sono le principali scoperte recenti, per modo di dire, che ci fanno vedere il mondo diversamente da come lo vedevamo prima. Ma allora? Tornando ancora a ragionare su questi personaggi di dubbia intelligenza sono giunto a considerare due diverse possibilità: o sono realmente stupidi, nel senso che usano, magari anche molto bene, solamente il lobo sinistro del loro cervello per dedurre e ragionare, oppure sono collusi. Collusi con poteri che hanno tutti i vantaggi a lasciare le cose come stanno, per cui niente energia da fusione fredda, niente cura definitiva per il cancro o altre malattie degenerative, niente macchine antigravità, niente beni di prima necessità gratuiti per tutti gli abitanti del pianeta, ecc. ecc. Un metodo veloce per scoprire questi “geni” dei nostri tempi è quello di iniziare una discussione su argomenti non dimostrati o non dimostrabili. Parlate per esempio di alieni, esseri disincarnati, levitazione, bilocazione, sogni lucidi, oppure cura del cancro con clisteri al caffè o olio di cannabis o ancora con lo sblocco di energie emozionali e traumi repressi, ecc. ecc., se riscontrate una negazione assoluta avrete a che fare con un emicerebrato. Non che gli manchi metà cervello, ma questa metà non la usa affatto. Oppure, cosa peggiore, è colluso. Ma vediamo il libro. Bellissima lettura questa, dove la cellula è la protagonista indiscussa della prima metà del libro. Libro scientifico ma non solo, che pone l'accento sull'importanza dell'influenza dell'ambiente esterno rispetto all'importanza della genetica. Ovvero la genetica conta molto ma non è vista in senso tradizionale, che si è scoperto conta molto poco, ma una genetica di tipo energetico, comportamentale ed emozionale. Lipton è un biologo di nuova generazione che ha capito, attraverso momenti di intuizione ed ispirazione, che la biologia classica, basata anch'essa sulle leggi newtoniane, non era più in grado di evolvere. Rimanevano infatti dei problemi insoluti e l'unica maniera di risolverli era quella di cambiare rotta e studiare la biologia con un approccio energetico e quantistico, non più meccanico e causalistico. Lipton scopre per esempio che il cervello della cellula non è il nucleo contenente il DNA, ma la membrana che contiene proteine recettori ed effettori che servono per la comunicazione esterna. Un capitolo è dedicato alla fisica quantistica, un altro descrive l'importanza delle credenze e come queste influenzino le cellule e tutto il nostro essere. Un altro capitolo parla di stress e in un altro troviamo informazioni importanti sull'essere genitori consapevoli. Un'appendice è dedicata alla breve descrizione della tecnica Psych-K di R. Williams, tecnica che serve a cambiare le nostre credenze per consentirci di avere una vita piena, felice ed appagante. Un libro da leggere assolutamente, scritto in maniera chiara anche per chi sa poco o nulla di fisica o biologia, l'autore infatti si fa capire molto bene e non usa concetti difficili ed incomprensibili, il libro infatti è dedicato al largo pubblico. Chiudo rivolgendomi a tutti quegli scienziati, medici, studiosi, che ancora si ostinano a seguire la strada tracciata dalla logica e dalla razionalità: non vedete attorno a voi che le cose stanno cambiando? Anche se con molto ritardo molti vostri colleghi illuminati hanno finalmente aperto gli occhi, cosa aspettate? Siete così stupidi e sciocchi? Pensate davvero che l'universo sia spiegabile con le vostre miserevoli teorie? I risultati parlano chiaro: avete fallito! Se poi siete collusi vi chiedo di mettervi una mano sul cuore, la vostra coscienza vi dice nulla? O forse ne siete privi?
Acquista il libro su Amazon, su Ibs, su InMondadori o su:
vai al sito macrolibrarsi Acquista Online su IlGiardinodeiLibri.it

venerdì 3 ottobre 2014

Scopri Ho'oponopono di M. Katz

In questi ultimi anni stiamo veramente assistendo ad un risveglio spirituale globale? Io direi di sì. Attorno a me stanno succedendo dei piccoli miracoli, dei piccoli cambiamenti. Certo l'universo non ama la pomposità, non ha manie di grandezza, non vuole stupire con eventi eclatanti, ma si fa sentire nelle piccole cose quotidiane, nella semplicità di ogni singola esistenza. Vedo dei miracoli attorno a me tutti i giorni, piccoli miracoli, ma non per questo meno meravigliosi. Non che un tempo non accadevano, ma ora li osservo meglio perché ci metto più attenzione e forse accadono molto più frequentemente. Tutto questo mi da un senso di euforia, e di certezza di essere sulla strada giusta (se mai vi fosse una strada sbagliata...). Il divino ci ha donato, attraverso le anime di molti iniziati e maestri, tutta una serie di strumenti pratici, strumenti necessari per consentirci di evolvere e di conoscere quell'aspetto dell'universo che conosciamo di meno: noi stessi. Ogni cultura, di qualsiasi luogo e tempo ha avuto una serie di strumenti, magari differenti fra loro. Strumenti semplici, complessi, austeri, giocosi, per consentire all'uomo di riappropriarsi di quell'essenza divina messa un po' da parte in questa esperienza dimensionale. Il divino, se per assurdo lo possiamo rappresentare per il momento come una personalità a sé stante, è talmente rispettoso della nostra libertà che attende solo il nostro consenso per indicarci la via e donarci la pace. Ho'oponopono è uno strumento semplice. Talmente semplice da sembrare erroneamente scontato ed inefficace. Le basi della cultura sciamanica da dove nasce sono però solide come la roccia e incredibilmente attuali. Ho'oponopono significa mettere le cose al posto giusto. Se ogni cosa è al suo posto non vi sono problemi, e la soluzione dei problemi è lo scopo dell'uomo per avere una vita felice e in pace. Nello sciamanesimo Huna da dove nasce Ho'oponopono troviamo diverse spiegazioni razionali sull'uomo, sulla mente, sul divino, sul mondo, questo perché tutti noi umani abbiamo bisogno, chi più chi meno, di una spiegazione razionale e logica per appagare la nostra mente cosciente. Ecco per esempio che la mente viene descritta e suddivisa in tre parti, la mente conscia, inconscia e superconscia, rappresentate qui rispettivamente come la madre, il bambino e il padre. Viene descritta la funzione che ognuna di queste menti ha per la nostra esistenza, ed il rapporto fra loro. Ma non è necessario conoscere tutte queste cose. Sono argomenti in più che abbelliscono e arricchiscono questa filosofia, ma non necessari. Per intraprendere la via di Ho'oponopono viene richiesta solamente l'assunzione della responsabilità totale di se stessi e mettere in pratica l'atto di “pulire”. Questo libro è una di quelle letture “tutte d'un soffio”. Un libro semplice ma ispirato. Per chi ha letto altri testi sull'Ho'oponopono (vedi gli altri articoli: Zero limits e La pace comincia da te) questo libro non aggiunge nulla di nuovo, anche perché sull'argomento c'è poco da dire o da studiarci sopra, però questa lettura è stata per me molto piacevole. Il lavoro conscio da fare si basa tutto sulla presa di coscienza di assumersi la piena responsabilità di tutto, e sottolineo tutto! Questo fa di Ho'oponopono una tecnica semplice, ma allo stesso tempo difficile da mettere in pratica come si deve. Credo che non abbia molto effetto praticare Ho'oponopono se non ci si assume consciamente la piena responsabilità, e questa cosa è già di per sé indice di una certa evoluzione spirituale. Generalmente nella nostra debolezza umana siamo propensi a dare la colpa per ogni cosa di spiacevole subentri nella nostra vita a cause esterne, qualsiasi esse siano. Ho'oponopono invece ci insegna che il primo passo è quello di capire che siamo stati noi a creare la realtà che viviamo, bella o brutta che sia. O meglio, sono i ricordi che abbiamo registrati nel nostro inconscio, ricordi che abbiamo acquisito in questa vita ma che arrivano anche dai nostri antenati. La pulizia consiste nel cancellare questi ricordi o memorie. Ma non siamo noi che li cancelliamo, non ne saremmo capaci. Ho'oponopono ci dà lo strumento per dare il nostro consenso al divino di cancellare queste memorie. Cancellate queste, si torna al punto zero, puri come i bambini. “In verità vi dico: se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Il libro è strutturato in vari capitoli, si parla di problemi, di fede, di denaro, di paure, di amore, il tutto corredato da una serie di storielle derivate dalla cultura taoista e zen. Si conclude con una parte interessante dedicata alle risposte delle più comuni domande che l'autrice ha raccolto durante le sue conferenze in tutto il mondo. Praticare Ho'oponopono costantemente, assumendosi la piena responsabilità di tutto, mette in moto una serie di eventi esteriori che possiamo definire miracoli, e non me lo sto inventando.
Se vuoi guardare il film: Scopri Ho'oponopono.
Acquista il libro su Amazon, o su Ibs, o su InMondadori, o su:
vai al sito macrolibrarsiAcquista Online su IlGiardinodeiLibri.it

Vuoi sostenere questo blog? Visita la pagina Donazioni. Grazie!!!