venerdì 19 dicembre 2014

I maestri raccontano di Osho

Ogni epoca ha avuto i suoi maestri, i suoi profeti ed illuminati. E guarda caso quasi tutti sono stati condannati, criticati, giudicati. Sembra proprio che l'uomo, quando è allo stadio appena al di sopra della bestia, non sappia far altro che sprecare le proprie forze ed energie per giudicare, e questo perché ama mantenere lo status quo, la stasi, l'immobilità. Essere un conservatore piace a questo essere che ha molto di umano e poco di divino. Ma mi correggo, il divino c'è eccome, (anche se abbiamo a che fare con il più crudele criminale senza cuore che esista), ma questa parte divina non si vede, è soffocata sotto quintali di “cose terrene” effimere e temporanee. Allora quando all'uomo piace mantenere le cose come stanno, l'immobilità, il non cambiamento, è perché magari ha raggiunto un suo equilibrio. Ha una casa, sudata con fatica, dei beni, ha una famiglia, ma non solo, ha delle credenze, delle idee sulla vita e sul mondo, di solito idee molto discutibili. E se arriva qualcuno a mettere in discussione tutte queste cose? Ecco che il nostro misero essere umano si “caca nelle braghe”, ha paura. Se la fa letteralmente addosso. E così se la prende con questo maestro che non è altro che lì per aiutarlo. Ma questo maestro dice delle cose pericolose. Gli dice che tutte quelle cose a cui tiene il nostro povero uomo sono solo illusioni, sono temporanee, anche le cose in cui crede sono un nulla. Non è che sono cose inutili in questa vita, ci mancherebbe, ma non sono fondamentali. E poi l'universo è un continuo mutare, il divino e l'esperienza del divino sono una continua trasformazione, altro che immobilità. E allora ecco che il nostro miserabile (continuo a cambiare aggettivo, vediamo!), dato il suo cuore sa molto bene che tutte queste parole sono vere, non le vuole sentire con la testa. No, no... Allora cascherebbe tutto. Il teatrino delle marionette casca giù e rivela proprio quello che è in realtà: un teatrino. Cosa fare? Il meschino se la prende col maestro. In epoche buie lo fa fuori senza tanto pensarci, in epoche magari un pochino più “democratiche” lo denigra. “Ci saranno delle cose che fa questo maestro che sono criticabili, attacchiamolo lì! Giudichiamolo e facciamo sapere al mondo intero che razza di personaggio è”. E questo è più o meno quello che è capitato a Osho, maestro molto criticato, addirittura tacciato da alcuni come un demone. Ma cosa mai faceva? Parlava liberamente di sesso. Finalmente un maestro che parla di sesso senza farsi dei problemi, io dico. Possedeva una collezione di Rolls Royce (un centinaio). Quando qualche milionario voleva regalare qualche cosa a Osho gli regalava una RR. E qui uno non preparato potrebbe dire: “Ecco vedi, anche lui amava il lusso, fare il figo con la macchina, e poi non una, ma cento addirittura. Non poteva dare quei soldi ai poveri?”. E perché? Tu hai dato dei soldi ai poveri? E se sì perché giudichi? Ma la spiegazione vera sta nel capire che quando trascendi il mondo, il materiale, è lo stesso se sei ricco o povero. È uguale. Non ha importanza vivere nel lusso o vivere in una grotta senza nulla. È una scelta. Non ha ripercussioni sul tuo stato spirituale. Quando sei illuminato, risvegliato, puoi scegliere come vivere, e questo non ha importanza. E poi un povero non può diventare ricco per un tuo intervento, non lo sarà mai, a meno che egli stesso non cambi il suo stato interiore di povertà (e a meno che il fatto di essere povero non sia una scelta consapevole e matura, ovvio). Attenzione, non sto affermando che non va bene fare beneficenza, aiutare in denaro chi è in difficoltà o fare dei doni, no, non sto dicendo questo, dico solo che chi veramente trae beneficio da questo scambio non è colui che riceve ma colui che da, e non parlo di un insignificante sollievo di coscienza, è più che altro una ragione energetica. Osho questo lo sapeva benissimo. Interrogato una volta sulla sua collezione di macchine, ha detto pressapoco queste cose e ha aggiunto anche che quel suo atteggiamento fungeva da filtro, molte persone che non avrebbero capito non sarebbero andate da lui, aveva fatto una specie di “spremitura”. E questo vale anche per i bellissimi orologi che era uso portare ai polsi. Stiamo sempre a giudicare ma l'atto del giudizio è sbagliato a priori poiché non conosciamo tutte le sfumature della vita, dei pensieri delle persone. A chi ha letto almeno qualche libro di Osho non passa neanche per la mente di giudicarlo, era risvegliato e basta! Non si può non apprezzare la profonda verità, saggezza, franchezza e autenticità che sprigiona dalle pagine delle sue opere che, per chi non lo sapesse non sono libri scritti di suo pugno ma trascrizioni dei discorsi che teneva ai suoi discepoli su svariati argomenti. Non si può non apprezzare anche la cultura di questa figura carismatica. Le cose le sapeva eccome. In questo libro sono raccolte delle parabole, delle storielle che provengono dalla saggezza hindu, sufi, tao e zen. Sono storie brevi, spesso simpatiche e piene di humor, accompagnate dalla spiegazione del maestro stesso che approfondisce e spiega quello che la storia stessa ha da dire. Alla fine del libro vi sono due racconti di gioventù di Osho stesso e il resoconto della giornata della sua illuminazione ricevuta, se si può usare tale termine, a 21 anni. Un libro di saggezza da leggere, meditare e soprattutto cercare di mettere in pratica.
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