giovedì 26 giugno 2014

Chi ha spostato il mio formaggio? di S. Johnson

Questo libro, da molti criticato per la sua presunta semplicità, in realtà racchiude un insegnamento basilare per la propria crescita personale, parla infatti di come affrontare il cambiamento, in qualsiasi ambito si consideri. Possiamo definire due tipi di cambiamento. Un primo tipo è il cambiamento che attuiamo noi stessi, con l'energia e la forza di volontà e spinti dal desiderio di miglioramento, intraprendiamo dei cambiamenti che a tutta prima risulteranno faticosi e stressanti per il semplice fatto che usciamo dalla nostra “zona di comfort”. Ma una parte di noi tende al cambiamento perché sa benissimo che lo facciamo per migliorare vari aspetti della nostra vita. Lo sforzo, la costanza, la disciplina sono solo alcune delle qualità che ci porteranno al successo certo in qualsiasi ambito lo consideriamo. Un secondo tipo di cambiamento è quello non voluto da noi ma che subiamo, sia che riusciamo ad accettarlo oppure no. La vita è un continuo divenire, nulla è mai statico, regna la legge dell'impermanenza di tutte le cose. Sappiamo dunque che il cambiamento è certo e finché si attua con dolcezza e con tempi lunghi riusciamo ad adattarci in maniera naturale ma se arriva tutto in un colpo spesso non riusciamo ad accettarlo. Ci provoca stress negativo, spesso reagiamo con sintomi fisici, mentali ed emozionali di cui non siamo ben consci. Ci raccontiamo frasi del tipo: “Non è giusto!”, “Perché proprio a me?”, ecc. Questo succede perché sussiste nella nostra vita l'attaccamento. Siamo attaccati alle relazioni, alle cose, al denaro, al nostro corpo, ed anche al nostro modo di pensare, alle nostre credenze, emozioni, ecc. Finché vi è attaccamento non può esserci l'amore incondizionato, questo amore ci fa accettare qualsiasi tipo di cambiamento. Ma veniamo al libro. È diviso in tre parti, nella prima parte un gruppo di vecchi compagni di scuola si ritrova e uno di questi parlando del più e del meno racconta una storiella. Nella seconda parte viene narrata la storia vera e propria mentre nella terza parte gli amici la commentano con vari esempi di vita attuale, soprattutto in ambito lavorativo. La storia è il succo centrale del libro, è una parabola dove i protagonisti sono due topi e due gnomi che vivono in un labirinto. Le caratteristiche che contraddistingono i personaggi sono qualità che possiamo trovare nelle persone, vi è quello che all'inizio si lascia prendere dallo sconforto ma poi si rimbocca le maniche e segue il flusso del cambiamento, un altro che non lo accetta e presumibilmente rimane legato al passato recriminando sull'ingiustizia subita, un terzo che non si pone troppe domande intellettuali ma continua a fare, l'azione è il suo principio dominante, e un'ultima tipologia che ha il senso dell'intuito e percepisce i cambiamenti in atto e quelli futuri e si adatta di conseguenza. Questi personaggi della storiella vivono e si sostengono col formaggio che rappresenta nella vita reale qualsiasi cosa, tangibile o meno, a cui siamo legati. Un giorno però la grande riserva di formaggio presso la quale vivono i nostri personaggi viene spostata non si sa dove, per cui i protagonisti devono a loro modo adattarsi al cambiamento, devono trovare dunque del nuovo formaggio. L'autore ci fa ben capire che comunque il cambiamento non è la fine di qualcosa ma l'inizio di qualcosa d'altro. Il protagonista principale della storia è uno degli gnomi, Ridolino, che dopo un momento di sconforto comincia a capire e fare sue delle leggi riguardo al cambiamento. Comprende che bisogna non prendersi mai sul serio, anche nelle situazioni difficili bisogna avere la forza di riderci su, (infatti il nome del personaggio è proprio Ridolino). Queste leggi le scrive sui muri del labirinto e spera che un giorno anche il suo amico gnomo, Tentenna, riesca a capirle e ad attuarle. Un'altra legge che scopre Ridolino è che spesso siamo bloccati da paure infondate. Il più delle volte gli eventi di cui abbiamo paura non si verificano neanche. Ridolino scrive “Che cosa faresti se non avessi paura?”. Vincere le proprie paure rende liberi al contrario di chi è continuamente alla ricerca della sicurezza che è tormentato dall'idea di poterla perdere. Vi sono poi molte altre leggi che Ridolino scopre e scrive sui muri nel suo girovagare nel labirinto alla ricerca di nuovo formaggio. Il libro ha il pregio di farsi leggere velocemente, di essere semplice e di lasciarci in testa una domanda: abbiamo anche noi un pezzo di formaggio che crediamo sia destinato a durare per sempre?
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giovedì 19 giugno 2014

I segreti della mente milionaria di T. H. Eker

Oggi voglio scrivere di un libro che tratta di ricchezza materiale, o per dirla in parole povere un libro che spiega come fare soldi. Prima di tutto vorrei chiarire, per chi magari sta già protestando (anche solo dentro di sé), per un argomento così terra terra. Cosa avranno mai a che vedere i soldi con gli argomenti che tratto di solito, come medicina olistica, spiritualità, culture orientali, ecc.? E invece la ricchezza ha un'importanza fondamentale per la propria crescita personale, crescita che, lo ripeto ancora, riguarda tutti gli ambiti della propria vita. È ovvio che chi si vuole dedicare allo spirito, alla propria evoluzione spirituale deve essere in salute, deve avere un'abitazione comoda, deve mangiare e mantenersi in vita, deve anche dedicarsi agli svaghi che più gli si confanno, dall'arte ai viaggi al seguire e partecipare ad incontri e meeting di vario tipo, ecc. Insomma per avere tutto questo servono i soldi e normalmente molti di più di quelli che a una persona media passano tra le mani. È anche vero che la ricchezza deve essere in secondo piano rispetto al vero fine dell'uomo, nel senso che non deve essere il nostro unico scopo ma deve essere sempre in parallelo all'altra meta a cui puntiamo, l'evoluzione interiore. Allora sì che parliamo di ricchezza illuminata, per distinguerla dall'essere ricchi in maniera inconsapevole ed egoica. Anche Gesù lo diceva: “Cercate prima il Regno, poi tutto il resto vi sarà dato in abbondanza”. È importante dunque portare avanti le due strade, ricchezza interiore e materiale. Chi pratica la ricchezza illuminata poi si rende conto consapevolmente che i soldi sono sì importanti ma non sono il fine, sono solo il mezzo e soprattutto che i soldi sono una forma di energia e seguono esattamente quello che pensiamo che essi sono, e devono muoversi e mai ristagnare. Un ricco illuminato non avrà mai paura di perdere i suoi soldi perché ha capito che non sono i soldi che contano ma cosa egli pensa riguardo ai soldi. La differenza è enorme. Se io penso che i soldi sono energia li posso “creare” sempre, e soprattutto quando ne ho bisogno. Non mi mancheranno mai. Se mi mancano e tiro a campare c'è qualcosa che non va, ho delle credenze limitanti sul denaro. Chiarisco una cosa, ricco non vuole neccessariamente dire avere un patrimonio di milioni di euro ma avere il necessario per condurre una vita appagante e senza ristrettezze, in pratica avere quello di cui si ha bisogno in ogni momento della propria vita. Posso anche ammucchiarli temporaneamente se il mio obiettivo è quello di acquistare una casa per esempio, ma il fatto di ammucchiarli come fine a se stesso non ha senso. Il “ricco egoico”, contrapposto al “ricco illuminato”, vive nella paura, per lui i soldi sono il fine, spesso vive “facendo soldi” e non si gode mai la vita, spesso è anche avaro e un giorno perderà inevitabilmente i propri soldi. I ricchi illuminati, come l'autore di questo libro e molti altri, sono stati spesso poveri in gioventù. Si sono fatti da soli come si suol dire, hanno capito il meccanismo mentale per diventare ricchi e divenendolo non hanno dimenticato il proprio passato, e quasi tutti si dedicano al diffondere e condividere la loro idea di ricchezza. I poveri devono fare uno sforzo per attuare il cambiamento, uno sforzo interiore (cambiare la propria mente per esempio) ma anche esteriore, ecco perché i libri, i corsi, i seminari costano e non sono gratuiti, se fossero tali perderebbero il fine per cui sono stati creati.
Ma veniamo al libro in questione. L'autore non scrive di tecniche finanziarie, investimenti e altro ancora ma descrive nel suo libro sostanzialmente la differenza che esiste tra la mente di un ricco e quella di un povero. I modi di pensare sono diversi e questa diversità attua, tramite la legge di attrazione, risultati differenti. Un povero continua a rimanere tale se pensa sempre come un povero. Se cambia i propri pensieri può dare una svolta finanziaria alla sua vita. In sostanza il motto è “Pensa da ricco per diventare ricco”.
Il libro è diviso in due parti. Nella prima parte abbastanza breve viene spiegata l'importanza delle dichiarazioni verbali da dire a se stessi a voce alta, questo perché la prima presa di posizione conscia riguardo certe credenze è il primo passo per il cambiamento, (a volte purtroppo per credenze limitanti molto radicate nell'inconscio la semplice dichiarazione conscia non ha effetti positivi, bisognerà usare altre tecniche che non sono descritte in questo libro). Viene poi spiegato come i pensieri influenzano i sentimenti che a loro volta influenzano le azioni che portano ai risultati. È ovvio in questo modo che bisogna agire sui pensieri per modificare i risultati. Poi sono spiegati i modi in cui abbiamo acquisito i condizionamenti e le credenze, soprattutto in tenera età, tramite la programmazione verbale, il modellamento e gli accadimenti specifici.
La seconda parte del libro, la più ampia, è dedicata a 17 files o programmi che differenziano il modo di pensare dei ricchi e dei poveri. E qui troviamo delle sorprese, ci rendiamo conto che a volte i poveri sono anche meno evoluti spiritualmente e mentalmente dei ricchi. I ricchi (e parliamo sempre di ricchi illuminati, non egoici) sanno benissimo che il loro stato di ricchezza è incompatibile con il giudizio, il biasimo, le lamentele, le invidie. Molti poveri fanno propri questi atteggiamenti e non fanno altro che peggiorare la loro situazione. Vi sono altre perle di saggezza come quella derivata dallo sciamanesimo Huna che dice “Benedici quello che desideri diventare”, se vedi un ricco, benedicilo, non invidiarlo o maledirlo. I ricchi ringraziano, i poveri chiedono. I ricchi imparano sempre, i poveri pensano di sapere tutto. I ricchi si impegnano a essere ricchi, i poveri vogliono essere ricchi. I ricchi si concentrano sui risultati, i poveri sugli ostacoli. Per concludere un aneddoto che mi è piaciuto molto: I ricchi pensano che si può avere la botte piena e la moglie ubriaca; il ceto medio pensa che la torta è troppo ricca e si accontentano di una fetta; i poveri pensano di non meritarsi la torta, ordinano una ciambellina, si concentrano sul buco e si chiedono perché non possiedono nulla.
Un libro da leggere assolutamente.
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giovedì 12 giugno 2014

Come difendersi dai metalli pesanti di L. Fortuna

Si parla molto di disintossicazioni, pulizie, cure depurative, alimentazione sana, ecc. però il problema dell'intossicazione da metalli pesanti è assai trascurato. Basta rendersi conto di quanti sono i libri che trattano questo argomento, sono pochi. Il libro di Luca Fortuna è uno di questi.
Al giorno d'oggi, grazie alla nostra fiera civiltà industriale, l'intossicazione da metalli pesanti è diventata purtroppo una conseguenza inevitabile. Non sono solo a rischio le persone che lavorano in fabbriche che trattano determinati metalli ma anche cittadini che magari hanno la sfortuna di vivere nei pressi di fabbriche, raffinerie, inceneritori, ecc., e purtroppo anche per chi vive in una grande città inquinata il rischio di intossicazione col passar del tempo può rivelarsi considerevole ed incidere in maniera rilevante sulla salute. Se a queste cause sommiamo anche l'assunzione inconsapevole di determinati metalli tossici con il consumo di alimenti industriali, prodotti da coltivazioni intensive, pesci inquinati e chi più ne ha più ne metta, allora il gioco è fatto. Morale della favola, nessuno è esente da rischio di intossicazione da metalli pesanti, e con l'avanzare dell'età queste intossicazioni si fanno sentire causando i più disparati disturbi e malattie. Ecco che diventa un altro passo obbligato quello di fare periodicamente una pulizia interna da accumuli di metalli pesanti. Apro una parentesi: nei mini-ebook che ho messo a disposizione gratuitamente per gli iscritti al blog tratto infatti delle cinque pulizie fondamentali del corpo, e fra queste vi è anche la pulizia dai metalli pesanti, (le altre sono: pulizia dell'intestino, del fegato, dei reni e dai parassiti).
I metalli pesanti come detto sopra, si accumulano un po' ovunque in tutti i tessuti del corpo, ma hanno il difetto che col normale metabolismo l'organismo non riesce ad espellerli. Servono determinate sostanze che praticamente inglobano queste particelle metalliche e così facendo l'organismo riesce ad espellerle. Queste sostanze vengono chiamate “chelanti” e possono essere di origine chimica o naturale. Le prime vengono usate in medicina per i casi di avvelenamenti acuti da metalli tossici, le seconde si possono usare per un programma di pulizia dagli stessi metalli. Il difetto di queste ultime, se vogliamo dire così, è che agiscono sul lungo termine, serve tempo e programmi ripetuti in base alla gravità e al tipo di intossicazione. Un metodo per sapere quali metalli si sono accumulati nel nostro corpo, e il grado di accumulo, è quello di eseguire un mineralogramma. Con questo esame semplice e per nulla invasivo (viene analizzata una ciocca di capelli) possiamo renderci conto della gravità del problema e anche il metallo o metalli incriminati, cosicché si può intervenire più specificatamente in quanto certe sostanze chelanti agiscono meglio su certi metalli che su altri. Tutto questo viene descritto in maniera chiara nel libro che risulta essere ben strutturato e comprensibile, a volte però con qualche ripetizione inutile.
Nei primi capitoli vengono descritti cosa sono i metalli pesanti con particolari suddivisioni, come fra metalli xenobiotici e non (i primi sono quelli che risultano tossici anche in quantità infinitesimali, come per esempio il mercurio, mentre gli altri sono indispensabili in minuscole quantità poiché servono al metabolismo ma diventano tossici in quantità elevate, come per esempio il rame). Un capitolo è dedicato agli effetti tossici dei metalli pesanti sulla salute, poi in altri capitoli vengono citate le fonti di intossicazione quali l'alimentazione, i luoghi in cui si vive, i rischi di intossicazione in casa (detersivi, pentole, vernici, ecc.). In un altro capitolo viene descritto il mineralogramma e a cosa serve, poi abbiamo il “cuore” del libro in cui vengono descritte le terapie chelanti e il programma naturale di disintossicazione. Dieci capitoli finali sono dedicati alle schede di dieci metalli pesanti con descrizioni, caratteristiche, impieghi, fonti di intossicazione e conseguenti effetti sull'organismo, consigli alimentari ed una tabella molto utile, per ogni metallo, dove vengono citati fra l'altro gli agenti protettivi e le piante utili per difenderci da quel determinato metallo. Un libro molto utile per fare chiarezza su questo argomento certamente trascurato non solo dalla medicina ufficiale ma anche da quella naturale ed olistica, anche se, per esempio, alcune ricerche hanno confermato la correlazione fra accumuli di alluminio nel cervello e malattie degenerative neuronali in tarda età. Perché dunque aspettare col rischio di diventare dementi?
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giovedì 5 giugno 2014

La via del guerriero di pace di D. Millman

Avete presente quei libri che si cominciano e si leggono tutto d'un fiato? Ecco questo è uno di quelli. Mai noioso, gradevole, pieno di saggezza, aneddoti e racconti presi qua e là. Il libro si presenta in forma di autobiografia, l'autore racconta il proprio apprendistato fatto in gioventù con il maestro ed amico “Socrate”. Dan, protagonista e autore del libro, è un giovane di successo. Allevato in una famiglia amorevole e benestante, è bravo negli studi e nella ginnastica, disciplina di cui sarà anche campione. Durante una passeggiata notturna Dan incontra Socrate. Nel loro primo incontro, avvenuto presumibilmente per caso, (ma sappiamo bene che il caso non esiste), Dan chiede il nome a questo personaggio che rimane ammantato di segretezza per tutto il libro, e questi risponde che i nomi non sono importanti affermando che sono ben altre le cose veramente importanti, comunque si autodefinisce un guerriero. L'autore affibbia il nome “Socrate” al suo futuro maestro, proprio come il filosofo greco. Questo nome rimmarrà per tutto il libro e per ora poco o nulla sappiamo di lui tranne la sapienza, la saggezza e la magia che ammanta la sua figura. Socrate insegna a Dan con prove fisiche e mentali a liberarsi dalle illusioni della vita. In genere quando l'uomo desidera qualcosa è infelice, ma prova il medesimo sentimento anche quando ha soddisfatto il suo desiderio. Dan percepisce la conclusione di tutto ciò, il problema è la mente e il suo continuo lavorìo. Infatti Dan quando si allena in palestra è solo con se stesso, per alcuni istanti la mente si annulla, vi è la pace, solo movimento e nessun pensiero. Socrate insegna anche la pratica della meditazione come metodo principale per fare chiarezza nella propria mente, insegna ancora a saper mangiare correttamente e ad automassaggiarsi per rendere i muscoli sciolti e decontratti. L'insegnamento di Socrate è dolce ma allo stesso tempo ferreo e disciplinato. Stimola il proprio allievo pungolando e stuzzicando il suo ego, gli dà spesso dello sciocco, del somaro e del babbuino. Gli fa capire che la differenza che passa fra un guerriero e un uomo comune è che il guerriero agisce mentre l'uomo comune reagisce quindi è sempre prevedibile nelle sue azioni. Il guerriero agisce sempre con spontaneità creativa, anche perché agisce meditando. Un altro insegnamento di Socrate è che il guerriero è felice sempre, senza motivo, mentre l'uomo comune vive degli attimi di felicità solo quando ha appagato dei desideri, insegna a Dan quella che potremmo definire la filosofia della felicità senza ragione. Altro insegnamento è quello di vivere sempre nel “qui e ora”, questo luogo e questo momento sono importanti e veramente reali, il resto è illusorio. La mente infatti tende a vivere nel passato o nel futuro, nel presente si annulla (vedi anche l'articolo “Il potere di adesso”). Nel libro troviamo anche una storia romantica, Dan incontra un'allieva di Socrate e naturalmente se ne innamora immediatamente. L'insegnamento di Dan dura qualche anno poi i due non si vedranno più per otto anni in cui Dan, come narra lui stesso, commette anche molti errori e intraprende dei viaggi per il mondo. I due si reincontreranno misteriosamente in un luogo isolato in montagna e qui Dan finalmente avrà l'esperienza del risveglio.
Per chi ha letto i libri di Castaneda questo libro potrebbe sembrare un semplice rifacimento, troviamo un maestro che assomiglia molto nel fare e nell'essere a Don Juan. Però a differenza dei libri di Castaneda questo libro è molto più scorrevole e leggibile (a volte Castaneda risulta un po' ostico e pesante, ma non per questo non merita la lettura), e in più gli insegnamenti di Socrate derivano molto dalle filosofie zen, tao e sufi, oltre ad avere una similarità con l'insegnamento tolteco. Il libro a mio parere è un best-seller da leggere assolutamente, magari anche facendo nostri i consigli “dietetici” di Socrate.
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